Feste e sagre, il Consiglio approva la legge, Confcommercio: “E’ un passo avanti”
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità il disegno di legge predisposto dalla Giunta di Palazzo Donini che disciplina le sagre e le feste popolari e l’esercizio dell’attività temporanea di somministrazione di alimenti e bevande. Il provvedimento, illustrato in Aula dal presidente della Seconda commissione Gianfranco Chiacchieroni (relatore unico), punta a recuperare lo spirito originario del termine ‘sagra’ attraverso la garanzia della vera promozione delle tipicità locali, enogastronomiche e culturali, nonché una maggiore tutela per i consumatori. E seppure le Feste popolari non potranno contenere riferimenti espliciti a prodotti alimentari, vengono previste le stesse percentuali delle sagre per quanto attiene alla somministrazione dei prodotti indicati nei menù, il cui 60 per cento dovrà provenire da filiera corta a chilometri zero e di qualità. Inoltre, per le sagre, almeno il 60 per cento degli alimenti somministrati dovranno provenire da prodotti inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati e riconosciuti come ‘Dop’, ‘Igp’, ‘Doc’ e ‘Docg’ dalla Regione Umbria. Previsto il logo ‘Sagra tipica dell’Umbria’ e dal 2015 un premio annuale destinato alle tre migliori sagre a giudizio dell’Unpli-Umbria. L’attività di somministrazione di alimenti e bevande potrà avere una durata non superiore a dieci giorni lavorativi.
Il disegno di legge in sintesi. La legge prevede un percorso di riconoscimento normativo delle sagre autentiche e delle feste a carattere popolare, distinguendole da altri eventi spuri ed estemporanei, puntando su una promozione locale, regionale e nazionale. E dal 2015 prenderà vita un premio annuale denominato ‘Sagra eccellente dell’Umbria’ quale riconoscimento per le sagre che si distingueranno per il totale utilizzo di prodotti tipici e di qualità, per la mancata produzione di rifiuti indifferenziati e per altri aspetti legati alla legge. Giudice e regista di tutto ciò viene riconosciuta l’Unione nazionale Pro Loco d’Italia (Unpli) Umbria. Il premio consiste in 10mila euro complessivi da suddividere tra le prime tre classificate. Previsto il logo ‘Sagra tipica dell’Umbria’, che potrà essere utilizzato esclusivamente da manifestazioni con finalità precise legate alla valorizzazione di un territorio mediante l’utilizzo e la somministrazione di uno o più prodotti o lavorazioni di carattere enogastronomico aventi rappresentatività culturale o identitaria rispetto al territorio stesso. Gli alimenti somministrati e indicati nei menù dovranno provenire, per almeno il 60 per cento, da prodotti inseriti nell’elenco regionale dei prodotti agroalimentari tradizionali o comunque classificati e riconosciuti come ‘Dop’, ‘Igp’, ‘Doc’ e ‘Docg’ dalla Regione Umbria.
In alternativa, gli stessi dovranno provenire, per la stessa percentuale da prodotti di filiera corta, a chilometri zero e di qualità. In
ogni caso, almeno il 60 per cento dei piatti, dovrà essere riferito ai prodotti o alle lavorazioni caratterizzanti la sagra stessa e previsti dai regolamenti comunali. In merito alle Feste popolari, ovvero la tipologia di manifestazioni organizzate esclusivamente o prevalentemente per finalità culturali, storiche, politiche, religiose, sportive e di volontariato, non necessariamente legata alla valorizzazione del territorio, con esercizio di attività di somministrazione, esse dovranno comunque contribuire alla valorizzazione dei prodotti agroalimentari umbri attraverso la somministrazione di alimenti provenienti per almeno il 60 per cento, da filiera corta, a chilometri zero e di qualità. Le manifestazioni che rispetteranno i precisi parametri ed indicazioni contenute nella legge entreranno nel calendario regionale delle sagre e delle feste popolari che sarà semplificato rispetto al passato e pubblicato nel portale regionale. Viene stabilito un limite massimo di 10 giorni continuativi per l’esercizio di somministrazione di alimenti e bevande legato alle sagre e feste popolari, con una norma transitoria che prevede una moratoria di tre anni per adeguarsi ai parametri temporali, per le sagre e feste che attualmente hanno una durata maggiore.
Per quanto riguarda gli spazi riservati al pubblico, appositamente allestiti e destinati ad attività di somministrazione di alimenti e bevande, non potranno essere superiori, nelle ‘sagre’ al 70 per cento e nelle ‘feste popolari’ al 50 per cento della superficie complessiva a disposizione dell’area interessata dalla manifestazione, escluse le aree destinate a parcheggio. Dovranno obbligatoriamente essere previsti parcheggi riservati a soggetti diversamente abili, idonei servizi di vigilanza, assicurati anche mediante l’ausilio di associazioni di volontariato o di protezione civile, servizi igienici per il pubblico di cui almeno uno per soggetti diversamente abili raggiungibili in autonomia e sicurezza. Il Comune, attraverso un proprio regolamento, disciplinerà le modalità di comunicazione dell’elenco dei fornitori delle materie prime o dei semilavorati, nonché l’ordinato svolgimento delle sagre e delle feste popolari evitando la sovrapposizione di date e di luoghi di svolgimento, coordinandosi se necessario con i Comuni limitrofi per lo spostamento di date e di luoghi di sagre e feste popolari già inserite nel calendario regionale. Per quanto riguarda i rifiuti, sarà obbligatorio puntare sulla eco sostenibilitá attraverso la dotazione di contenitori per la raccolta differenziata, con particolare riguardo alle zone di preparazione di alimenti e bevande e di somministrazione dei pasti. Prevista una clausola valutativa in base alla quale la Giunta regionale comunica attraverso una dettagliata relazione all’Assemblea legislativa, dopo due anni dall’entrata in vigore della legge e successivamente con cadenza annuale, lo stato di attuazione e l’efficacia della legge stessa.
Le reazioni “L’approvazione da parte dell’Assemblea legislativa dell’Umbria del disegno di legge che prevede una nuova disciplina su sagre e feste popolari è certamente un passo significativo verso una diversa e più adeguata regolamentazione di un settore che negli anni era cresciuto in modo sfrenato, esercitando di fatto una concorrenza sleale nei confronti di tutte le attività di ristorazione, sottoposte a ben altri obblighi e a ben altra imposizione”, così la Confcommercio dell’Umbria secondo cui: “la legge sulle sagre ha avuto un iter lunghissimo ed è frutto di un lungo confronto con tutti i soggetti interessati da questo fenomeno. Questo accidentato percorso è stato portato a compimento grazie all’impegno dell’assessore regionale al commercio Fabio Paparelli. Ne è emerso un testo – condiviso a questo punto da maggioranza e opposizione – che ha il grande merito di aver acceso finalmente i riflettori sul tema della qualità delle manifestazioni di questo tipo e dei prodotti che offrono. Nonostante non risponda ancora pienamente alle richieste delle imprese del settore ristorativo, schiacciate da tasse e da incombenze di ogni tipo, alle prese con nuove pressanti normative, sottoposte alla concorrenza sleale di tanti diversi soggetti che di fatto fanno ristorazione senza averne gli oneri”.