Neuropsichiatria infantile, la Regione Umbria fa rete
In Umbria si fa “rete” per prevenire e curare le patologie psichiatriche in età evolutiva. Stamani a Perugia, nella sede della Giunta regionale di Palazzo Donini, l’assessore alla Salute e alle Politiche sociale della Regione Umbria, Luca Coletto, con il vicesindaco del Comune di Perugia, Gianluca Tuteri, e il direttore regionale Salute e Welfare, Massimo D’Angelo, ha illustrato i contenuti dell’atto approvato dalla Giunta che istituisce la rete regionale per l’organizzazione dei servizi territoriali e ospedalieri di neuropsichiatria infantile.
“Le patologie psichiatriche in età evolutiva – ha spiegato l’assessore Coletto – rappresentano un bisogno emergente, per il quale è necessario instaurare azioni di prevenzione, di diagnosi precoce e di presa in carico. Interventi questi, che hanno un valore preventivo nei riguardi del disagio psichico e della patologia psichiatrica nell’età adulta. Il Piano sanitario regionale 2021-2025 identifica come perno fondamentale per la ridefinizione dell’organizzazione sanitaria regionale la messa in rete di tutti i servizi del sistema sanitario regionale, valorizzandone l’integrazione e la sinergia. E proprio in quest’ottica, abbiamo stabilito la ridefinizione della rete dei servizi per la neuropsichiatria infantile che in Umbria rappresentava una carenza storica e che, in particolare negli ultimi anni, ha alimentato la mobilità passiva dei pazienti, che in Umbria per la pediatria pesa intorno al 14 per cento. Attraverso la rete quindi, – continua l’assessore – oltre a migliorare la qualità della cura e delle prestazioni, vengono anche valorizzati i medici e gli specialisti che operano sul territorio che hanno competenze e professionalità di alto livello”.
Il sistema di rete di servizi tratteggiato dalla delibera approvata dalla Giunta regionale, si basa sull’integrazione tra servizi ospedalieri e territoriali, per la corretta attribuzione di ruoli e funzioni.
Il fulcro del progetto è garantire la presa in carico del paziente nei modi e nei tempi appropriati, visto che le patologie neurologiche e la psicopatologia grave richiedono interventi terapeutici e strumentali immediati, continuativi nel tempo, e per la loro rilevanza sociale ed assistenziale a lungo termine.
In particolar modo questo è evidente per la disabilità in età evolutiva che presenta peculiarità che richiedono interventi integrati e complessi rispettosi della globalità e dell’unitarietà del soggetto.
Nel corso dell’incontro è stato spiegato che le disabilità nel campo dei disturbi neuropsichici in infanzia e adolescenza, sono a volte anche gravissime e nuove visto che alcune sono ad elevata dipendenza dalla tecnologia e da sostanze. Di conseguenza, richiedono un forte carico assistenziale, con l’utilizzo di strategie di intervento innovativo, che per essere efficaci, necessitano di un’azione convergente sul piano sanitario e su quello sociale che tenga conto delle peculiarità e specificità dei bisogni in questa fase della vita.
C’è necessità quindi di un’attenzione particolare alle diverse fasce d’età, considerando l’adolescenza come un punto d’arrivo di un continuum evolutivo di sviluppo, tenendo in considerazione gli altissimi indici di comorbidità tra i vari disturbi, in diverse e successive fasce d’età.
In alcuni casi, è indispensabile prevedere interventi allargati anche alla famiglia e all’ambiente educativo-scolastico e sociale.
Di conseguenza il nuovo modello organizzativo stabilito coniuga l’unitarietà di programmazione e l’omogeneità delle prestazioni tra distretto, con una forte integrazione sociosanitaria, e anche con l’ospedale.
“Dopo anni ho raggiunto un obiettivo che ho fortemente voluto” – ha affermato il vicesindaco Tuteri spiegando il perché di tanta perseveranza verso questo obiettivo: “In Umbria non era mai stato attivato un reparto di neuropsichiatria infantile – ha precisato – e ciò è paradossale, soprattutto se si tiene conto del fatto che nel 22019 nella regione a seguito di problematiche legate all’assunzione di sostanze sono stati ricoverati il doppio dei ragazzi rispetto ad altre regioni”.
Il vicesindaco di Perugia ha infine, lanciato il messaggio di intitolare alla dottoressa Carla Berardi scomparsa di recente, il reparto di neuropsichiatria infantile che sarà attivato a breve.
Carla Berardi e stata presidente dell’associazione pediatri umbri, fortemente impegnata in collaborazione con i servizi socio-sanitari del territorio, in difesa dei più piccoli, vittime di abuso e sfruttamento e per la prevenzione del disagio delle nuove generazioni.
“Vogliamo attivare interventi appropriati per garantire il soddisfacimento dei bisogni di salute, puntando l’attenzione sui pazienti non sulle strutture – ha precisato il direttore regionale, Massimo D’Angelo – l’obiettivo è fare rete garantendo la continuità assistenziale e percorsi omogenei su tutto il territorio regionale”.