Omicidio Assisi, Piero Fabbri: “Non ho fatto niente perché mi è presa la paura”

“Non ho avuto il coraggio di fare niente perché mi è presa la paura, mi è crollato il mondo addosso”: così Piero Fabbri, accusato dell’omicidio di Davide Piampiano durante una battuta di caccia ad Assisi, ai microfoni  della Tgr Umbria. Lo fa, intervistato da Massimo Solani, durante un sopralluogo chiesto dalla difesa con l’obiettivo di ricostruire quanto avvenuto in quel luogo lo scorso 11 gennaio. “Io era qua – ricorda Fabbri – era molto buio, ero convinto che fosse un cinghiale. Non si vedeva niente e purtroppo è successo quello che è successo. Per me era come un figlio, non ce la faccio neanche ad andare a parlare con la famiglia, mi dispiace per la famiglia, per la madre”. Fabbri, 57 anni, che era stato arrestato con l’accusa di omicidio volontario con dolo eventuale per la morte del 24enne Davide Piampiano, lo scorso 14 febbraio è stato rimesso in libertà dal Gip del Tribunale di Firenze. La decisione è stata presa dal giudice su richiesta del pubblico ministero toscano. Il magistrato ha chiesto inoltre al medico legale una nuova valutazione delle lesioni riportate da Piampiano che ha portato ad escludere che il giovane potesse salvarsi in seguito al colpo. Negli atti del Gip di Firenze emerge tra l’altro che il reato contestato a Fabbri, difeso dall’avvocato Luca Maori, è stato riqualificato da omicidio volontario con dolo eventuale a colposo. Secondo la versione della famiglia, rappresentata dall’avvocato Franco Matarangolo, Fabbri non avrebbe dovuto comunque sparare. Domenica gli stessi familiari di Davide hanno intanto organizzato una fiaccolata.