Umbertide, morto per overdose: due indagati. L’indagine consente di risalire alla rapina dell’Asl

Sono due gli indagati per la morte del 35enne di Montone, Matteo Tironzelli, per un’overdose di cocaina e metadone.  Il decesso del giovane risale a due anni fa (11 giugno 2020)  quando il corpo fu ritrovato il giorno dopo presso un’abitazione di Umbertide.  Il Procuratore aggiunto Giuseppe Petrazzini, dopo una attenta indagine e ricostruzione dei fatti, ha chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per due persone: Maria Paola Cozzari che aveva ospitato la vittima e Andrea Sforza che avrebbe iniettato due fiale di naxolone a Matteo Tironzelli. Per la Procura di Perugia i due “cooperando fra loro negligentemente omettevano di attivare il Soccorso pubblico al fine di impedire il decesso determinato da intossicazione acuta, malgrado l’assunta posizione di garanzia ravvisabile nella qualità di ospite della Cozzari del predetto”. Nella ricostruzione della triste e drammatica vicenda il Procuratore aggiunto sottolinea, inoltre, che “Sforza, attorno alle 18,30 del giorno precedente (11 giugno 2020), intervenuto appositamente presso l’abitazione della Cozzari su sollecitazione della stessa, gli iniettava due fiale di Naxolone, malgrado privo di abilitazione medica”. Proprio per questo i due sono accusati di cooperazione in omicidio colposo e concorso in omissione di soccorso. Ma dalle indagini sulla morte del 35enne di Montone sono emersi elementi investigativi molto importanti su tre rapine a mano armata alle casse dell’Asl 1. Dopo una intensa attività investigativa è emerso che la Cozzari avrebbe “fornito indicazioni utili” a Gianluigi Fiore, 55 anni, originario di Napoli, per compiere gli assalti alle casse dell’Asl 1 nel periodo di luglio, agosto e ottobre 2013.  L’ipotesi di reato è di rapina, “per essersi in concorso fra loro, e con Muha Dragos, nei cui confronti si procede separatamente, impossessati della somma di denaro (quasi 27 mila euro in tre distinte occasioni) sottraendola alle casse dell’Asl 1, agendo materialmente il Fiore  ed il Muha con il volto travisato e mediante la minaccia, portata a mezzo di una pistola ed un coltello”.