Lugnano in Teverina, emersi nuovi particolari su “necropoli dei bambini”

LUGNANO IN TEVERINA – Emergono nuovi particolari e ulteriori informazioni sulla così detta “necropoli dei bambini” di Lugnano in Teverina. L’area sepolcrale scoperta anni fa dall’equipe di archeologici statunitensi diretta dal professor David Soren continua infatti a far discutere e a far sorgere interrogativi. Le ultime novità sono state rese pubbliche dall’amministrazione comunale ieri. “Il professor che dirige gli scavi dal 1987, ha dichiarato: “Non ho mai visto nulla di simile. È estremamente inquietante e strano”.

A riportare la frase è il vice sindaco di Lugnano in Teverina Alessandro Dimiziani che cita uno studio recente della Stanford University proposto dal professor David Pickel. Secondo lo studioso la “necropoli dei bambini” sembrava essere destinata a neonati, feti, e bimbi di pochissimi anni. Tra le 50 sepolture finora rinvenute i resti del bambino più grande appartenevano infatti ad un defunto di circa tre anni. Ma il fatto di aver ritrovato anche uno scheletro appartenente ad un bambino di circa 10 anni fa supporre agli archeologi che il cimitero potesse ospitare anche bambini un po’ più grandi. Secondo Pickel l’età di questo bambino e il tipo di sepoltura unica, con un sasso posto nella sua bocca, rappresenta un’anomalia all’interno di un cimitero già anomalo. Secondo il ricercatore statunitense, il cimitero potrebbe essere molto utile per gli studi sulla terribile epidemia di malaria che colpì l’Umbria e il centro Italia circa 1500 anni fa e che è ricordata nelle sue epistulae da un vescovo che da Ravenna scese a Roma nell’estate del 467.

Pochi anni prima, nel 452, il re degli Unni, Attila, rinunciò a marciare verso Roma. Una delle ipotesi è che venne dissuaso da una sconosciuta pestilenza che ammorbava l’aria lungo le strade che da nord conducevano alla città eterna. Secondo gli archeologi che studiano la Necropoli di Lugnano, quella pestilenza non era altro che la malaria, responsabile della morte di tutti quei bambini sepolti nella villa romana. Nelle cinque stanze riadattate a cimitero, gli archeologi hanno trovato le ossa di bambini e neonati con accanto oggetti e resti di animali, in particolare di cuccioli di cane, che testimoniano la volontà di accompagnare i piccoli resti con quelli di compagno nell’oltretomba. Altro particolare sul quale si stanno concentrando gli studioso è il fatto che tutti i bambini furono sepolti nell’arco di poche settimane, o forse anche di pochi giorni, durante una lunga estate che portò una terribile malattia ritenuta fra le possibili concause del declino del mondo antico.