Piccolo Teatro degli Instabili, Caroline Baglioni/Michelangelo Bellani – “Mio padre non è ancora nato”

ASSISI – Domenica 17 febbraio alle 17:30 al Piccolo Teatro degli Instabili, arrivano finalmente due artisti umbri ormai affermati nel panorama teatrale nazionale: Caroline Baglionie Michelangelo Bellaniche dopo lo spettacolo “Gianni”, vincitore del Premio Scenario Ustica 2015, Premio Inbox 2016, Premio Museo Cervi 2017, consacrano il loro sodalizio artistico con “Mio padre non è ancora nato”, secondo elemento di quello che diverrà una trilogia sui legami di sangue.

Questo spettacolo è una storia contemporanea che riflette sul perdono. Perdonare significa perdonare qualcun altro, ma in un certo senso, se non in primo luogo, perdonare sé stessi. Dare a sé stessi una via d’uscita, una possibilità di riscatto da una condizione di sofferenza. In questa storia il perdono riguarda quello di una figlia nei confronti del padre ovvero quello di un padre e di una figlia nei confronti della propria esistenza.

Psicanaliticamente perdonare può significare liberarsi dal senso di colpa. Quale colpa? Nel tempo dell’evaporazione del padre, i figli non hanno la chance dello scontro generazionale. Padri di una vecchiaia che apparentemente non invecchia, i figli sono semplicemente coetanei e per il padre in questo caso, si tratta di sopravvivere completamente sguarnito di un ordine di senso universale. Ma ogni figlio non chiede più o meno consciamente questo senso? Ciò che la figlia non perdona al padre non è, dunque, il fatto di non averla amata, ma di non aver saputo dare ordine al caos. Il paradosso di quest’epoca sembra essere tutto qui: «Mio padre, non è ancora nato.»

Se questa, allora, sembra essere la condizione universale dell’uomo, il perdono reciproco è l’unica salvezza possibile. ‘Sacro’ da questo punto di vista è lo spazio aperto di un’autenticità, di un sentire senza nome. Una dimensione che oltrepassa ogni questione etica poiché al di là del vero e del falso, così come al di là del bene e del male: è uno spazio d’amore. 

Davanti agli occhi di una giovane donna interpretata dalla bravissima Caroline Baglioni, sola in scena, c’è idealmente un uomo di sessant’anni che ha avuto un’amnesia temporanea e vive in un camper. In mezzo sette anni di distanza. E un’epoca del rancore. È la voce sola della giovane donna a incidere, a comporre il dialogo, a prefigurare il ricordo di un vissuto o soltanto l’illusione che un giorno tutto possa accadere davvero.

 

di
Caroline Baglioni e
Michelangelo Bellani

con
Caroline Baglioni

regia
Michelangelo Bellani

 

luce
Gianni Staropoli

suono
Valerio Di Loreto

supervisione tecnica
Luca Giovagnoli

collaborazione artistica
Marianna Masciolini

sguardo scenografico
Lucia Guarino

 

 

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