Umbria Jazz 22: sul palco dell’Arena Jamie Cullum e Christone “Kingfish” Ingram

Jamie Cullum e Christone “Kingfish” Ingram: sono loro i protagonisti della quarta giornata di Umbria Jazz. Ad aprire la serata di lunedì 11 luglio al main stage del Santa Giuliana alle ore 21 sarà Jamie Cullum. Con milioni di dischi venduti all’attivo, una nomination ai Grammy (miglior album di jazz vocale) e una al Golden Globe (la canzone di “Gran Torino”, il film di Clint Eastwood), più numerosi altri premi e nomination, Jamie Cullum è oggi una star la cui popolarità trasversale va oltre i generi codificati. Cullum fu definito, per il tumultuoso successo planetario di “Twentysomething”, il suo terzo album, l’artista jazz britannico capace della più veloce vendita discografica della storia. Era solo l’inizio. Con il tempo l’etichetta di jazzman è diventata sempre più stretta per Cullum, che partendo dal jazz (“Pointless Nostalgic” e “Twentysomething” sono stati i dischi che lo hanno imposto all’attenzione del grande pubblico) e grazie a un talento molto eclettico ha ampliato i suoi orizzonti musicali spaziando tra soul, hip hop, rock e pop. Jamie Cullum canta, suona pianoforte, chitarra, batteria e scrive canzoni in cui riesce a mescolare le molteplici influenze che hanno segnato la sua formazione di ragazzo dell’Essex innamorato di ogni buona musica. In quel periodo il giovane Jamie ha suonato di tutto in differenti band ed in tutte le situazioni che gli capitavano, dai club ai matrimoni. Con i primi soldi guadagnati si pagò gli studi al college e si autoprodusse un disco in sole cinquecento copie, che oggi si vende a caro prezzo alle aste. Cominciò così, da una già consolidata reputazione di eccellente jazz piano player e vocalista, una grande carriera che ha portato Jamie Cullum a esibirsi nei principali festival di tutto il mondo, sia jazz che rock, e perfino a diventare una star della radio. La sua presenza scenica è straordinaria ed i suoi show ci mostrano un performer che proprio dal vivo dà il meglio di sé. Jamie Cullum nonostante il successo è ancora proiettato verso il futuro e dice che è come songwriter che ha le sue highest aspirations now. L’ultima uscita discografica è stata un album di canzoni natalizie, “The Pianoman At Christmas”.

La seconda parte della serata sarà affidata a Christone “Kingfish” Ingram. Sono in molti a pensare che Kingfish sia il futuro del blues. Kingfish è il soprannome di Christone Ingram, un ragazzone del Mississippi che ha letteralmente aggredito la scena del blues con un esordio che non si vedeva da tempo. Rolling Stone lo ha definito il più eccitante giovane chitarrista da anni, e nel suo suono rivede icone come B.B. King, Jimi Hendrix e Prince. Un predestinato. Il suo primo disco, inciso a Memphis e intitolato semplicemente “Kingfish”, si è guadagnato una nomination ai Grammy nella categoria “Best Traditional Blues Album” e ha debuttato al primo posto nella classifica di Billboard. Particolare non irrilevante: l’album è stato pubblicato dalla Alligator Records, storica etichetta di Chicago per i cui solchi (e poi bit) è passata la migliore black music degli ultimi decenni. Ed il presidente della Alligator dice che Kingfish è a young, visionary blues giant. Alligator Records ha intanto pubblicato il secondo disco, registrato a Nashville e intitolato “662”, che è poi il prefisso telefonico dell’area in cui Ingram è nato. Il disco, vincitore nel 2022 del Grammy come “Best Contemporary Blues Album”, è in qualche modo più personale del precedente e parla, nelle tredici canzoni, più intimamente del suo autore. “662 – dice Kingfish – è una riflessione sulla mia crescita come musicista, songwriter, bandleader, e anche come giovane uomo”. Il blues di Kingfish ha profonde radici nella musica del Delta del Mississippi ma è proteso in avanti, sostenuto da una maestria di guitar player che rimanda ai grandi del passato. Lo stesso Christone dice di avere un piede nella storia, cioè il blues più classico della tradizione americana, ma di volersi muovere in avanti. Cresciuto con il gospel, Kingfish è poi approdato alla “musica del diavolo” suonando prima la batteria, poi il basso, infine la chitarra di cui è diventato un virtuoso. Il tutto (festival, televisione, club importanti, collaborazioni con Keb Mo, Buddy Guy, Eric Gales) in pochissimi anni. Ma questo è solo l’inizio: I have a lot to say – dice – so please stay tuned.

Per consultare il resto del programma: https://www.umbriajazz.it/programma-uj22/