Trasporto scolastico, imprese senza ristori e inascoltate

Perugia – Mentre tutto il Paese parla della riorganizzazione del trasporto scolastico in vista della possibile riapertura delle scuole superiori dal 7 gennaio, le imprese del settore s’interrogano sul proprio futuro. Soprattutto quelle che effettuano il trasporto scolastico su affidamento dei Comuni, per le quali un futuro potrebbe non esserci.

“Ormai lo abbiamo detto in tutti i modi e in tutte le sedi – afferma Marina Gasparri, responsabile Trasporti di Cna Umbria -: i Comuni disattendono dalla primavera del 2020 all’obbligo di ristorare le imprese del trasporto scolastico dai danni subiti per la sospensione dei contratti dopo la chiusura di tutte le scuole, a partire da marzo, per lo scoppio della pandemia. Senza liquidità e senza garanzie questi imprenditori si sono rimboccati le maniche e, a settembre, hanno assicurato la ripartenza del servizio, facendosi anche carico di spese ulteriori per garantire la sicurezza al 100%. Lo hanno dovuto fare dall’oggi al domani – continua Gasparri – visti gli appelli andati a vuoto affinché le nostre imprese venissero invitate a sedere ai tavoli di lavoro istituzionali dedicati all’avvio del nuovo anno scolastico. Chi, meglio di coloro che effettuano il servizio, avrebbe potuto portare un contributo per organizzarlo al meglio? Invece niente, nessuno ci ha mai chiamati e le imprese si sono dovute organizzare all’ultimo minuto. ”

Ciò nonostante, le imprese e le associazioni che le rappresentano, hanno continuato a cercare l’interlocuzione con i Comuni e con Anci Umbria, facendo proposte, dimostrando disponibilità ai compromessi e alle soluzioni ragionevoli. Ma niente, finora solo porte chiuse.

“Apprendiamo dalla stampa locale – aggiunge Enrico Ceccarelli, di CNA Fita Umbria – che Anci Umbria ha chiesto qualche giorno fa al Governo il trasferimento ai Comuni del fondo di 20 milioni previsto dal decreto Rilancio per ristorare le imprese del trasporto scolastico. Se questo è il solo risultato degli impegni che Anci si è presa nel corso di un recente incontro avuto con tutte le organizzazioni di rappresentanza delle imprese, noi non possiamo in alcun modo dirci soddisfatti. Intanto perché questo fondo è stato deciso in sede di conversione del decreto Rilancio, quindi mesi fa: se i Comuni avessero davvero avuto interesse a stare al fianco delle imprese avrebbero potuto far sentire prima la loro voce. E poi perché, va detto in modo chiaro, le risorse per far fronte ai contratti del trasporto scolastico dell’anno 2019/2020 erano già previste nei bilanci dei Comuni. Le coperture, quindi, c’erano già. La volontà, evidentemente, no. Nel frattempo, in Umbria assistiamo anche a nuove gare di affidamento da parte dei Comuni vinte da aziende che vengono da altre regioni e che sono, incredibilmente, nelle condizioni di fare offerte al massimo ribasso. Se si continua così – conclude Ceccarelli -e se dai Comuni non arriveranno le risposte attese, dobbiamo essere tutti consapevoli che il futuro delle imprese private umbre del trasporto scolastico è a serio rischio.”