I ballottaggi del 19 giugno

di Pierluigi Castellani

E’ abbastanza singolare che i ballottaggi del prossimo 19 giugno nelle maggiori città italiane vengano vissuti dalle forze politiche come una sorta di giudizio di Dio, per cui dal loro esito sembra che venga condizionata tutta la politica italiana. Sono in pochi, soprattutto i diretti interessati, a pensare che invece dal loro esito discende essenzialmente il destino delle città interessate, si chiamino queste Roma, Milano, Bologna, Torino od altre minori. E’ pur vero che la vita delle città è sempre più intrecciata oggi con condizionamenti esterni, ma poi sono la qualità dell’aria, dei servizi essenziali sociali e di trasporto, la sicurezza dei cittadini, la vivibilità dei centri storici e delle periferie, lo stato delle strade cittadine, la sopportabilità del traffico, questo ed altro ,che dipendono per lo più dall’efficienza dell’amministrazione comunale e dalla qualità della sua politica, e quindi dal sindaco eletto e dalla sua squadra. Queste cose le possono valutare gli elettori chiamati alle urne e non già tutto quel chiacchiericcio, che alimenta i talk show televisivi dove brillano soprattutto le strumentalizzazioni di chi vuole dare ad ogni costo una valenza nazionale a queste elezioni. Così è per i vari Salvini, Brunetta e Grillo, che intonano, guarda caso, il medesimo controcanto al governo Renzi. Per loro è una ghiotta occasione per mettere in difficoltà il governo unendo i loro “no” senza rappresentare una reale alternativa ,essendo le loro posizioni molto distanti politicamente, anche se la consonanza tra Salvini e i 5Stelle, che pur a parole respingono questa alleanza , dovrebbe far riflettere più d’uno alla sinistra dello schieramento, ove si stenta a dichiarare una propensione verso i candidati del centrosinistra, rivelando ancora una volta la sterilità di certe posizioni, che rompendo l’alleanza di centrosinistra, del resto con scarsi risultati elettorali, sembrano avere l’obbiettivo non già di conquistare il governo delle città, bensì quello di far perdere il PD. Occorre chiarezza da parte di certe forze politiche, ne va ancora una volta della loro credibilità. Non si può sempre recitare dei no, bisogna anche avere il coraggio di annunciare dei sì, perché questo è il dovere di chi si propone all’elettorato per governare le città. Così è anche in Umbria dove il ballottaggio interessa solo Assisi e dove ancora una volta il confronto è tra un centrodestra antico e già incautamente sperimentato ed un progetto di centrosinistra rinnovato nelle idee, nei programmi e nelle persone. La città serafica deve essere riportata all’altezza di un tempo, deve essere riproiettata sullo scenario del mondo in modo coerente con il messaggio francescano. L’interesse che ancora Assisi riveste per molti, non solo italiani, merita un’attenzione , che in questi ultimi anni non c’è stata. Sì, qui ad Assisi il ballottaggio non interessa solo gli elettori assisani, perché Assisi è un patrimonio del mondo, ma sta alla loro capacità di scelta di riaffermarlo.

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