Pd, primo atto

di Pierluigi Castellani

Si è conclusa la prima fase del congresso del PD con le assemblee di circolo, che si sono espresse sulle  mozioni presentati dai tre candidati alla segreteria nazionale. Il voto degli iscritti ha largamente premiato l’ex segretario e ex premier Matteo Renzi. La partecipazione degli iscritti alle votazioni viene calcolata sul 58%, che basta a smentire le catastrofiche previsioni di chi dichiarava il PD oramai un partito che non riesce più ad attivare  la partecipazione. Infatti molti si sono esercitati, dall’esterno e dall’interno, a criticare questa prima fase, mentre tutto sta a dimostrare che in Italia solo il PD è capace di attivare una reale democrazia interna con dibattiti e trasparenti elezioni. Sono più di 250.000 gli iscritti che si sono recati a votare dimostrando anche che la leadership di Renzi è oramai radicata all’interno del partito e che non si può più contrapporre il dato degli iscritti e dei militanti a quello degli elettori delle primarie, come si è cercato di fare nel passato.

Certamente tutto questo non basta. Ci sono ancora zone dove la democrazia interna deve essere meglio praticata, ma non si può negare che il PD,pur nel suo pluralismo,  abbia una chiara identità, quella di un partito che si pone alla guida della società italiana con idee e progetti che si alimentano di un permanente confronto interno volto unicamente al perseguimento di un’Italia migliore. C’è in Italia qualche altra forza politica capace di tanto? Non certo il M5Stelle con la sua democrazia del Web, che candida sindaci alla guida di città importanti con un misero gruzzolo di voti, che poi rischiano di essere sconfessati da chi sé eretto garante con quel suo “fidatevi di me “ più consono ad un padrone che a un leader democratico. Non certo la galassia del centrodestra  tutt’ora in cerca di un autore, una galassia frammentata e divisa su scelte importanti come quella sull’Europa. E a sinistra del PD c’è un analoga frammentazione. C’è infatti chi pensa di ricostruire un rapporto con il PD per un centrosinistra vincente e chi invece ama rinchiudersi in uno sterile recinto identitario solo per distinguersi dal PD e quindi relegandosi ad una solitaria testimonianza. Insomma è difficile trovare al di fuori del PD la stessa passione e la stessa condivisione che i tanti circoli chiamati ad esprimersi nel congresso hanno animato e testimoniato. Certamente ora c’è la seconda fase quella veramente significativa, ci sono le primarie aperte anche agli elettori che si terranno il prossimo 30 aprile. Si vedrà se anche gli elettori del PD affluiranno ai gazebo in modo significativo   e se confermeranno il dato uscito dalle assemblee di circolo. Ma anche questo è un modo per dimostrare come il PD sia l’unica forza politica in Italia che sappia mettersi in gioco non richiudendosi all’interno dei semplici iscritti. Saranno anche tanti i volontari che assicureranno la regolarità delle votazioni nei seggi allestiti per l’appuntamento del 30 aprile. Un partito che è capace di mobilitare tanti volontari dovrebbe meritare il rispetto anche degli avversari. Staremo a vedere; ma è certo che con questo suo congresso il PD è l’unica forza politica del nostro paese, che testimonia alla luce del sole la sua capacità di governo di una società complessa come l’attuale. Non resta che sperare che anche gli elettori delle prossime consultazioni elettorali gli riconoscano pienamente questo suo merito.

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