Usura inchiesta Foligno, paura e coraggio: la storia dell’imprenditore presunta vittima della coppia folignate. La profezia del procuratore Cantone

Lo aveva detto il Procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone: ” Le indagini per usura nel capoluogo umbro sono praticamente “pari a zero”. Un dato, a parere dell’esperto procuratore, “preoccupante” che, subito dopo, ha aggiunto: “Bisognerebbe chiedersi perché solo l’ Umbria non ha questo fenomeno”. Per l’ex presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione c’è evidentemente qualche problema che rende difficile l’emersione di questo reato.  L’usurato è, infatti, quasi sempre un soggetto che ha una serie di problematiche sue e spesso non ha nessun interesse a rendere note le vicende che lo riguardano. A Foligno, invece,  un imprenditore marchigiano che commercializza pellet, in difficoltà, ha trovato forza e coraggio per denunciare i presunti strozzini. Ha spiegato agli inquirenti le ragioni che lo hanno costretto a rivolgersi alla coppia folignate e quelle che lo hanno poi legato in un giogo che non riusciva più a spezzare. Una storia come purtroppo ce ne sono molte, storie di vittime che non sempre trovano la forza di denunciare. In questo caso, la vittima si era vista costretta a rivolgersi ai due coniugi folignati perché la sua azienda era caduta in disgrazia a causa di una pesantissima crisi finanziaria. Aveva bisogno di procurarsi denaro perché rischiava di perdere tutto. Lusingato dall’attenzione della coppia, marito e moglie residenti nel folignate, si convince di accettare il prestito anche perché non si tratta di una cifra molto significativa (65 mila euro). Nulla lasciava ipotizzare un esito drammatico. Del resto, non aveva alternative: recarsi in banca per chiedere un fido era tempo perso. La sua azienda, infatti, era esposta troppo e i sacrifici e il lavoro di una vita rischiavano di essere buttati. Ci pensa un pò e poi decide di accettare: alla fine tutto pare essersi incastrato perfettamente. Il destino sembrava sorriderle. Un sorriso e una stretta di mano e il prestito si realizzava ma con il passare del tempo quella grazia lo soffocherà. Sarebbe questa la tesi dell’accusa. Secondo gli inquirenti, infatti, la somma progressivamente corrisposta dall’imprenditore marchigiano ai coniugi folignati, dall’agosto 2019 al maggio del 2021 a titolo di interessi a fronte di un capitale di 65 mila euro, è arrivata a 238 mila euro. E’ nel 2019 che l’imprenditore marchigiano arriva a maturare una esposizione debitoria di quasi 300 mila euro e si convince di accettare l’aiuto della coppia anche perché aveva eseguito dei lavori come elettricista per loro conto. In un primo momento riceveva in prestito 40 mila euro, poi altri 25 mila. Da quel momento sarebbero iniziate le minacce e intimidazioni nei suoi confronti e della sua famiglia. Almeno secondo la Procura della Repubblica di Spoleto. Una vicenda che si è conclusa, per ora, con il sequestro preventivo di tre immobili a Foligno e di diverse migliaia di euro dal conto corrente degli indagati. Naturalmente la difesa della coppia contesta le accuse ed è pronto a ricorrere in Cassazione.