Il Pd di Gualdo Tadino si mobilita per gli operai della Reegest

GUALDO TADINO – “Ma chi si preoccupa degli operai senza stipendi da 6 mesi?”. Inizia così la nota del Pd di Gualdo Tadino che vuole “accendere un riflettore su una vicenda vergognosa, tutta italiana, che tocca le sorti di 16 persone senza stipendio e senza nessun ammortizzatore sociale dal mese di gennaio 2020. Si tratta degli operai della azienda Reegest sequestrata per traffico illecito di rifiuti nel mese di gennaio 2020”.

“Il tribunale a febbraio ha nominato un amministratore giudiziario e ad oggi non si capisce cosa stia facendo. Non ha riattivato la produzione, non ha ceduto l’attività, non ha inoltrato domanda di cassa integrazione, non ha licenziato gli operai ad oggi ancora dipendenti della stessa. Si è limitato a porre quesiti sugli ammortizzatori sociali e in questo bel paese dove la burocrazia regna sovrana dove l’ignoranza , il menefreghismo di una classe dirigente impazzita non riesce a dare nessuna risposta a chi un reddito da sei mesi non ha più”.

“Pensate che se l’azienda fosse stata sequestrata per un reato legato alla associazione mafiosa i dipendenti sarebbero stati coperti dalla cassa integrazione, cosa invece non è prevista per i reati oggetto del sequestro. Ma dove sono i parlamentari che scrivono queste vergognose ed ingiuste norme,cosa stanno facendo, nonostante le ripetute sollecitazioni del sindaco di Gualdo Tadino, unico soggetto istituzionale in campo come sempre con da subito, per risolvere questo vergognosa situazione? A nostro avviso nulla. L’unica possibilità per risvegliare un minimo di sensibilità verso queste tematiche, sarebbe quella di far provare loro le conseguenze delle stupidaggini che scrivono nelle norme che votano, e lasciarli per sette mesi senza stipendio. Se non avete la forza di risolvere il problema dite ai portatori delle “verità vere” e ai loro amministratori giudiziari, che nelle aziende che sequestrano vi lavorano persone che hanno gli stessi diritti di tutti gli altri cittadini e forse è meglio licenziarli almeno avranno per un po’ di tempo la copertura della Naspi”.