Ladro ucciso a Perugia, archiviate le accuse ai due Carabinieri e guardia giurata

Non c’era la volontà di causare la morte di Eduart Kozi, anzi ci fu un legittimo uso delle armi. Con questa e altre motivazioni sono state archiviate le accuse nei confronti di due Carabinieri di Perugia e di un vigilantes che nel 2018 aprirono il fuoco per bloccare una banda di malviventi dopo aver rubato  in una tabaccheria a Ponte Felcino. A quasi tre anni di distanza dalla sparatoria, in cui perse la vita l’albanese Eduart Kozi , il gip del Tribunale di Perugia Margherita Amodeo,  ha deciso di archiviare le accuse nei confronti dei due Carabinieri e del vigilantes.  Ha rigettato le richieste di opposizione  dei familiari di Kozi e ha messo la parola fine sulla vicenda. Del resto la stessa Procura della Repubblica di Perugia, attraverso il pm Mara Pucci, aveva chiesto l’archiviazione del fascicolo. Le considerazioni della Procura sono state accolte e fatte proprie dal Gip. L ‘azione degli indagati ” è stata rivolta prevalentemente contro l’auto dei malviventi e il colpo che ha attinto Kozi, secondo le risultanze balistiche e della simulazione effettuata dal consulente, è da ascrivere ad un errore di esecuzione” , scrive il Gip nel provvedimento di archiviazione. Infatti, nel momento in cui veniva puntata l’arma verso la ruota posteriore destra dell’Audi, la brusca frenata e la repentina manovra effettuata dai malviventi fecero abbassare ” di non meno di 6.5 centimetri la parte posteriore dell’auto”. Così il giudice ha riconosciuto “legittimo il comportamento dei Carabinieri” che hanno agito in “adempimento di uno specifico dovere”, così il difensore dei due militari Nicola Di Mario.