Cantone, Umbria regione “mafia free”: isola abbastanza felice. Ci sono comunque segnali da non sottovalutare

L’Umbria è una regione “mafia free”, libera, e un’isola “abbastanza felice” per il procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone. Secondo il quale questo comunque “non significa essere inattacabili” perché ci sono segnali “da non sottovalutare”. Cantone lo ha sottolineato durante la firma, con il Prefetto di Perugia Armando Gradone, del protocollo d’intesa per il rafforzamento della collaborazione nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità mafiosa. Atto che il magistrato ha definito “pilota” perché il primo di questo tipo. “Spesso – ha commentato rivolgendosi al Prefetto – ci siamo guardati a distanza e a volte con sospetto, ma abbiamo un obiettivo comune e quindi ripartiamo da questo nuovo strumento che potrà essere utilizzato anche da altre realtà”. Per Cantone, alla luce del lavoro che va avanti ormai da un anno sul territorio umbro, ” non ci sono organizzazioni stanziali, né locali della ‘ndrangheta né gruppi criminali legati agli altri gruppi come camorra e mafia siciliana”. Secondo il procuratore “esistono invece soggetti collegati alla criminalità organizzata, calabrese soprattutto, ma anche alla camorra, che si insinuano proprio nelle regioni a minore intensità criminale”. Cantone ha poi messo l’accento sulle mafie estere “che si stanno organizzando mettendosi in affari con quelle operanti nel circuito nazionale” e sulla difficile situazione economica post pandemia. Evidenziando un aspetto da attenzionare. ” In questo periodo – ha detto il procuratore – non ci sono state notizie di reati di usura, una cosa strana visto il momento che stiamo vivendo. Ci aspettavamo un boom per questo tipo di denunce e invece niente. Questo non è un elemento tranquillizzante ma che ci deve far tenere alta la guardia”.  Per il Prefetto di Perugia Armando Gradone non emergono in Umbria “gruppi riconducibili a mafie storiche ma possiamo essere un varco dove possono entrare in gioco forze criminali”. Il rischio penetrazione della criminalità organizzata, ha sottolineato ancora il prefetto, può essere stimato attraverso alcuni “bacini di conoscenza” per valutare lo stato delle cose come “i contatti giudiziari, le attività di prevenzione antimafia e la parte dell’intelligence per analizzare le vulnerabilità”. Da questo bacino di informazioni, ha proseguito Gradone,  “ricaviamo una analisi che coincide con quella fatta dal procuratore generale di Perugia Sergio Sottani ad inizio anno giudiziario”. La “non emersione di casi preoccupanti” non esclude per Gradone la riflessione su altri elementi da attenzionare: ” Ci sono soggetti che fanno parte della comunità umbra ormai da anni che mantengono legami con i territori di origine come le cosche della ‘ndrangheta, come anche la presenza di realtà imprenditoriali con sede legali in altre regione come la Campania”. Per questo motivo, secondo il prefetto, il territorio “non è esente da vulnerabilità” considerate anche le risorse che verranno investite con il Pnrr così come quelle dell’area del cratere per la ricostruzione. Altra vulnerabilità evidenziata da Gradone è quella relativa alle difficoltà che la pandemia ha creato nel tessuto economico regionale. “Il sistema immunitario della regione deve rafforzarsi e anche per questo nasce il protocollo, ha concluso il Prefetto di Perugia. Proprio per rafforzare la collaborazione tra la prefettura e la procura della Repubblica di Perugia nell’azione di prevenzione e contrasto della criminalità mafiosa è stato firmato oggi un protocollo d’intesa contro le possibili infiltrazioni. Un accordo che rappresenta un “incisivo presidio di legalità” proprio in vista dei progetti di investimento alimentati dalle risorse destinate all’Umbria nell’ambito del Pnrr.

Nella foto il boss della camorra Pasquale Sibillo arrestato a Terni dalla Polizia il 4 novembre del 2015 dopo cinque mesi di latitanza