Caos Pd, si ritirano in quattro tranne che Bori. Congresso lacera i democratici, interviene Letta

Il Pd umbro ormai è diventato una polveriera grazie anche al silenzio romano. Piuttosto che organizzarsi per provare a mettere in campo una opposizione efficace e credibile al centrodestra si distingue per le liti continue e per l’assenza di un progetto politico. Un partito diviso, conflittuale e senza buon senso. L’ennesimo colpo di scena arriva questa mattina con tre candidati alla segreteria regionale e uno a quella provinciale di Perugia che decidono di ritirare la propria candidatura. Francesco De Rebotti, Alessandro Torrini e Massimiliano Presciutti prendono carta e penna e comunicano di fare un passo indietro; stessa iniziativa da parte di Carlo Schoen , candidato per il provinciale. Resta fermo su i suoi passi l’imperturbabile Tommaso Bori, attuale capogruppo in Consiglio regionale ed ex capogruppo di Palazzo dei Priori. Per lui non esiste pandemia, il congresso s’ha da fare comunque. L’importante che a votare vadano gli iscritti di due anni fa, quelli del 2019. ” Ritiro la mia candidatura – annuncia il Sindaco di Narni Francesco De Rebotti- in quanto ritengo che con le misure restrittive imposte per l’emergenza sanitaria, non abbia ragione di svolgersi il congresso. Oltretutto non aprire a nuovi iscritti e consentire la partecipazione ai soli tesserati 2019 ritengo sia un vero e proprio controsenso”. Sulla stessa linea il Sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti che parla di ” vulnus democratico, che si sta compiendo e che rimarrà per sempre” . Per Presciutti si tratta dell’ennesimo ” colpo di mano, di un blitz, una cosa folle e antidemocratica,  non degna di una comunità che viene umiliata solo per miseri interessi di bottega”. Poi chiarisce il suo comportamento: ” Siccome il teatro dei burattini deve comunque andare avanti, personalmente non farò parte di questa compagnia”.  Non meno pesante è l’atteggiamento di Alessandro Torrini candidato del Lago Trasimeno e non solo . ” La situazione dell’Umbria- afferma Torrini –  governata in gran parte dal centrodestra , con un Pd in grandissima difficoltà,  meriterebbe un vero confronto politico piuttosto che contrapposizioni personali. Avrei immaginato un congresso d’idee e di proposte. Questo non è stato possibile , ed oggi in piena pandemia, ci troviamo a gestire un congresso competitivo, con iscritti di due anni fa, che non rappresentano, se non parzialmente la volontà del nuovo corso, che non può che allargare il solco delle difficoltà e delle laceranti divisioni ! Serviva esattamente l’opposto”. C’è chi si è rivolto al nuovo segretario nazionale Enrico Letta che, secondo alcune voci, potrebbe subito dopo Pasqua prendere in mano l’iniziativa e bloccare le procedure avviate. Del resto un congresso così sarebbe un vero suicidio per il Pd umbro già alle prese con mille difficoltà.