Covid e feste natalizie con il fiato sospeso, l’ Umbria in silenzio mentre il resto d’Italia decide di dare priorità alla salute dei cittadini

Anche grazie alle decisioni prese dal governo possiamo guardare al Natale e alle feste con relativa tranquillità, nonostante l’arrivo dell’inverno e la diffusione della variante Omicron che ci impongono la massima attenzione. I contagi sono in aumento in tutta Europa mentre in Italia l’incidenza è più bassa, quasi la metà, ma è comunque in crescita. Diciamo che in Umbria ci sono motivi per essere cautamente ottimisti.  Possiamo guardare al futuro con minore apprensione rispetto a 12 mesi fa. La curva epidemica però continua a crescere, e fa segnare anche in Umbria il picco di contagi della quarta ondata (ieri 251 nuovi casi).  Nel frattempo è scattato l’obbligo vaccinale per i lavoratori della scuola, delle forze dell’ordine e sicurezza, che si aggiungono al personale sanitario. Resta però la preoccupazione per prossimi giorni di feste natalizie. Per questo il governo punta a ritardare il picco della Omicron a febbraio, quando avrà immunizzato oltre la metà della popolazione con il booster. Quindici, forse venti giorni di vantaggio nella diffusione della variante Omcron rispetto al resto dell’Europa. Sono questi i calcoli della strategia di Mario Draghi, quelli che hanno spinto il governo italiano a imporre tamponi ai vaccinati alle frontiere e quarantena per i “No Vax”. L’obiettivo è di ritardare l’espansione della variante. Giorni preziosi da non sprecare, ma piuttosto da sfruttare per immunizzare con la terza dose quanti più cittadini possibile. La parola chiave è, quindi, ” non sprecare” i giorni di vantaggio che abbiamo rispetto al resto d’Europa. Anche per questo molti sindaci e governatori stanno annullando gli eventi di fine anno per dare priorità alla protezione della salute dei propri cittadini. E in Umbria ? Silenzio tombale. Sull’ obbligo di indossare mascherine all’aperto in Umbria c’è stato un “tana libera tutti”, con i sindaci umbri che procedono in ordine sparso. Alla spicciolata c’è chi ha deciso la reintroduzione dell’obbligo fino all’Epifania, chi solo per il fine settimana e chi ha deciso di non voler rinunciare a un Natale e Capodanno libero. Decisioni che naturalmente creano un forte disorientamento tra i cittadini umbri. Sugli eventi e feste di fine anno va ancora peggio. La Regione non dice niente, i sindaci preferiscono aspettare.  Eppure ci sono sindaci di città importanti che hanno già deciso. A Roma il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di annullare la festa di fine anno al Circo Massimo. Festeggiamenti banditi in Campania, dove il governatore Vincenzo De Luca ha firmato un’ordinanza che vieta assembramenti, vendita e consumo di alcol nelle aree pubbliche. La priorità resta per tutti la salute dei cittadini ed è con questo spirito che non ci saranno concerti o feste da Trento a Madonna di Campiglio, in Emilia Romagna e in Friuli Venezia Giulia. Milano non avrà la sua festa in piazza Duomo, stessa cosa a Palermo, a Venezia è stato annullato al teatro “La Fenice” lo spettacolo e a Roma non ci sarà la storica festa della Befana, senza quindi il tradizionale mercatino natalizio in Piazza Navona. Nella settimana tra Natale e Capodanno ci giochiamo la tranquillità di vita delle nostre famiglie e la possibilità di tenere aperte le attività economiche, hanno detto la maggior parte di governatori e sindaci dell’Italia. E’ lo stesso ragionamento che ha spinto Draghi ad introdurre l’obbligo del tampone  anche per i vaccinati che arrivano in Italia da altri Paesi europei. Insomma, una decisione di buon senso. E l’Umbria ? Preferisce restare in silenzio. Un silenzio tombale che induce a guardare alle prossime settimane con un pò di apprensione.