Domani inaugurazione dell’Anno Giudiziario a Perugia, Sottani: ” Rischio infiltrazioni mafiose vero problema per l’Umbria”

Il rischio infiltrazioni mafiose è “il vero problema per l’Umbria”, il “più grande” per la regione. Lo ha sottolineato il procuratore generale presso la Corte d’appello di Perugia, Sergio Sottani, incontrando questa mattina i giornalisti in vista dell’inaugurazione dell’anno giudiziario e facendo un quadro della situazione della criminalità sul territorio. “Non ci sono consorterie locali – ha detto ancora Sottani – e nemmeno provenienti da altre regioni. Però mi sembra ormai evidente come si sia radicata la presenza di soggetti collegati alle organizzazioni criminali, penso al riciclaggio ma non solo. Lo posso dire in base  a quanto emerso dalle indagini delle Procure di Perugia e di altre città, alle condanne in altri distretti per soggetti che erano qui da noi e poi ci sono le interdittive prefettizie”. Il procuratore generale ha quindi ricordato che “settori trainanti dell’economia umbra” sono l’edilizia, il turistico-alberghiero e l’agroalimentare. “I settori più esposti al rischio di infiltrazioni mafiose – ha sottolineato Sottani – anche per i contributi che stanno arrivando”. Il procuratore generale si è soffermato anche sul caso intercettazioni telefoniche e il loro abuso, sul diritto di cronaca e il suo abuso. La discussione che si è accesa in questi ultimi giorni, dopo le parole del ministro alla Giustizia Carlo Nordio. Il Guardasigilli aveva parlato del “pasticcio colossale” che in alcuni casi avviene con la diffusione delle intercettazioni telefoniche, e alcune critiche le aveva anche nei confronti dei suoi stessi ex colleghi, i pubblici ministeri, con l’invito al Parlamento a “non essere supino e acquiescente a quelle che sono le loro affermazioni”. ” A me non va quando si fanno generiche denunce di abusi che vanno accertati e perseguiti e se accertati perseguiti con estremo rigore”, ha risposto Sottani. ” I magistrati hanno un potere enorme – ha detto Sottani – quello di poter invadere la sfera privata delle persone e lo fanno per reprimere reati gravi che non sono solo quelli mafiosi ma ad esempio penso anche l’usura che viene poco denunciato. Le intercettazioni sono quindi fondamentali ma detto questo sicuramente va evitato che possono essere un modo di diffondere conversazioni che invece coinvolgono soggetti che nulla hanno a che fare con i reati commessi”. Poi ha aggiunto: ” Il dovere a informare non può essere ingabbiato ma naturalmente sta al senso del dovere deontologico dei giornalisti e alle Procure di trovare un equilibrio”.