Domani l’autopsia sul corpo di Vincenzo Bosco, l’uomo morto all’Ospedale di Perugia con un ago nel polmone

L’ago trovato nel polmone di Vincenzo Bosco, 39enne di Nocera Umbra, morto martedì della scorsa settimana all’Ospedale di Perugia, “non risulta riconducibile, neanche in via meramente congetturale, all’operato  dei due medici otorinolaringoiatri. Lo precisa con determinazione l’avvocato Maria Bruna Pesci, difensore dei due medici del Silvestrini. Secondo quanto è stato ricostruito l’intervento chirurgico di otorinolaringoiatria non è mai iniziato ed è stato sospeso quando gli anestesisti si sono resi conto delle difficoltà respiratorie del paziente, che non saturava bene.  Fra meno di 48 ore sarà comunque l’autopsia a chiarire le ragioni della morte di Vincenzo Bosco e a stabilire in che misura quell’ago possa avere provocato il decesso dell’uomo. Resta un mistero, per ora, comprendere come l’ago di circa due centimetri, simile a quelli utilizzati per le iniezioni di insulina, sia finito nei suoi polmoni. Per ora comunque ci sarebbero sei indagati: quattro medici – due anestesisti e due otorinolaringoiatri – e due infermieri. Un atto dovuto da parte del sostituto procuratore Franco Bettini, in attesa di conoscere i risultati dell’esame autoptico. Anche per questo la Procura del capoluogo umbro non ha ancora formulato alcun capo di imputazione per i sei indagati. Come si è detto l’intervento in sala operatoria non è mai iniziato e solo dalla Tac è emersa la presenza di un addensamento nei polmoni di Vincenzo Boschi  e di un ago sottile.