L’inchiesta Verdini tira dentro anche l’Umbria: il ruolo strategico del narnese Pileri (ex consigliere comunale) e le intercettazioni su Perugia. “Tocca anna’ a Perugia a dà du schiaffi a uno”

Il sistema gestito da Denis e Tommaso Verdini comprendeva anche l’Umbria. Agli arresti domiciliari c’è, infatti, anche il narnese Fabio Pileri, 46 anni, già consigliere comunale all’inizio del 2000, socio di minoranza della Inver Srl, società di lobbing con a capo Verdini junior. Secondo la Procura di Roma avrebbe ricevuto da un dirigente dell’Anas informazioni riservate sulle gare di appalto per favorire alcuni imprenditori legati alla Inver. In cambio, Pileri e Verdini avrebbero promesso la conferma o addirittura il salto in ruoli apicali di funzionari e dirigenti della stessa Anas. Ma c’è di più: nell’inchiesta sono entrati alcuni lavori riguardanti il risanamento strutturale e impiantistico di alcune gallerie dell’Umbria. Pileri, tra l’altro, avrebbe rivendicato con un ex socio il merito di avere fatto aggiudicare a una società “l’accordo quadro in Umbria di 16 milioni di euro di gallerie”. La chiacchierata risulterebbe da una intercettazione ambientale del 23 dicembre 2021. C’è poi la galleria della Pallotta, sul raccordo Perugia-Bettolle, al centro delle indagini della guardia di finanza. Insomma, tanto materiale sul quale i magistrati della procura della Repubblica di Roma intende andare fino in fondo. “Tocca anna’ a Perugia a dà du’ schiaffi a uno ma…”, emerge da un’altra intercettazione.  I reati contestati dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi e dai suoi pm sono pesanti: corruzione, traffico di influenze e turbata libertà degli incanti. L’inchiesta ha ricostruito un sistema di consulenze e appalti pubblici banditi dall’Anas i cui manager sono estranei all’inchiesta. Ci sono, invece, dirigenti desiderosi di una promozione o di ottenere altri ruoli apicali nelle società pubbliche che si mettono a disposizione per dare informazioni particolari sugli appalti. Poi ci sono gli imprenditori interessati a ottenere affidamenti da parte di Anas e , infine, coloro che si occupano di mediare tra imprenditori e dirigenti Anas, come appunto Fabio Pileri.  Dagli atti della procura di Roma si parla di oltre 400 milioni di euro affidati ad aziende amiche. Secondo il Gip del Tribunale di Roma, Francesca Ciranna, Tommaso Verdini e Fabio Pileri, “grazie al peso politico di Dennis Verdini erano in grado di segnalare al nuovo management di Anas e Fs eal sottosegretario al Mef, il leghista Federico Freni, l’elenco dei soggetti ‘affidabili’, una lista –  annota il giudice – di buoni e cattivi”. Secondo la ricostruzione dei magistrati romani  Verdini e soci potevano contare su buoni agganci politici.  C’è, infatti, una telefonata intercettata di Pileri che parlando di un imprenditore che aveva disdetto il contratto con la loro società lo dice chiaramente: “Guarda caso dopo che Salvini si è insediato è arrivato l’invito a cena…forse rifanno il contratto. Che tempistica ragazzi. Vergognosi”. Ora però l’attenzione si sposta sul materiale sequestrato e sugli interrogatori degli indagati che inizieranno nei prossimi giorni. Approfondimenti e confessioni che potrebbero dare una ulteriore accelerata all’indagine della procura di Roma. E, non sono escluse novità su quanto è avvenuto anche in Umbria.