Scendono le assunzioni in Umbria: settembre-novembre -3,2%. Crollo del commercio, bene l’edilizia e tanti contratti a tempo determinato

In un quadro trimestrale di difficoltà occupazionale per le imprese italiane , nemmeno l’Umbria brilla. Un quadro di molte ombre e qualche luce quello rilevato da Unioncamere insieme  all’Agenzia nazionale per le politiche attive dl Lavoro (Anpal). Nel trimestre settembre-novembre si registra infatti una flessione di 530 assunzioni rispetto allo stesso periodo 2021 (da 16 mila 430 a 15 mila 900 avviamenti), con un calo del 3,2%, superiore alla media nazionale (-2,9%). Nella graduatoria delle regioni italiane l’Umbria è all’undicesimo posto, una posizione sicuramente non entusiasmante anche se leggermente migliore rispetto alle altre regioni del centro Italia. A settembre 2022 l’Umbria – afferma la Camera di Commercio – è tra le regioni con il segno più (+1,9%), con +110 assunzioni rispetto a settembre 2021. Nel 23% dei casi le entrate previste saranno stabili, ossia con un contatto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 77% saranno a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita. Si concentreranno per il 66% nel settore dei servizi e per il 68% nelle imprese con meno di 50 dipendenti e il 18% sarà destinato  dirigenti, specialisti e tecnici, quota inferiore alla media nazionale (26%), confermando su questo fronte la mancanza relativa di un numero adeguato di medie e grandi imprese nella regione. E si conferma un altro dei grandi problemi, la difficoltà delle imprese a reperire i profili professionali di cui hanno bisogno, su cui l’Umbria è in vetta alle regioni italiane: in 48 casi su 100, infatti, le imprese umbre prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. Viene segnalato, sempre dall’indagine di Unioncamere – poi che per una quota pari al 33% le assunzioni interessano giovani con meno di 30 anni (dato in linea con la media nazionale del 32%) e che il 13% delle entrate previste sarà destinato a personale laureato, mostrando anche qui il consueto, consistente ritardo sulla media nazionale, che si attesta al 21%. Inoltre, per una quota pari al 64% delle entrate al lavoro previste nella regione viene richiesta esperienza professionale specifica o nello stesso settore e le tre figure professionali più richieste concentreranno il il 34% delle entrate complessive previste (operai specializzati e conduttori di impianti assorbono il 37%  delle assunzioni previste, le professioni commerciali e dei servizi il 30% e dirigenti, specialisti e tecnici il 18%). Le imprese che assumono in Umbria sono l’ 11% del totale, media nazionale 12%. Riguardo all’andamento occupazionale nel trimestre settembre-novembre 2022, rispetto all’analogo periodo 2021, si evidenzia anche in Umbria il crollo delle assunzioni nel commercio (-31%). Per le costruzioni si prevede +46,2% degli avviamenti al lavoro, stracciando il già ottimo +30,4% del dato nazionale. La assunzioni nei servizi alle persone crescono del 17,8%, media nazionale +19,1%,  mentre nella voce “servizi di alloggio e ristorazione”, servizi turistici si prevede in Umbria un aumento dell’occupazione del 5,6%, superiore alla media nazionale (+2,8%). “Le previsioni  di una recessione in arrivo – sostiene Giorgio Mencaroni presidente della Camera di Commercio dell’Umbria –  si riflettono pienamente nelle previsioni delle assunzioni delle imprese, che per la prima volta arretrano dopo trimestri di crescita. In questo contesto, è il commercio, compresso tra le bollette elettriche triplicate e l’inflazione che erode il potere di acquisto delle famiglie, a pagare il prezzo più elevato, con un drammatico crollo delle assunzioni previste e con il rischio di un numero elevato di chiusure di esercizi. Ma soffre anche l’industria manifatturiera. Se non arriveranno provvedimenti incisivi  per frenare i maxi rincari dell’energia e offrire un maggiore sostegno al potere di acquisto delle famiglie, attivando con decisione la leva della riduzione del cuneo fiscale sulle retribuzioni, l’autunno e l’inverno rischiano di diventare glaciali anche in Umbria”.