Terni, finisce al Tar lo scontro tra provincia e comune: “anatra zoppa” a dicembre. Patto di desistenza Bandecchi-Pd

E’ andato su tutte le furie il sindaco Bandecchi quando la presidente della Provincia di Terni Laura Penazza , quattro mesi fa, ha deciso di lasciare fuori dal Consiglio provinciale i rappresentanti del Comune di Terni. Per Bandecchi si è trattato di un vero e proprio “dispetto”. Non solo: uno schiaffo ingiustificato ai cittadini ternani. Nel giugno scorso, con appena quattro consiglieri presenti in aula, la presidente di Forza Italia non esitò a procedere alla surroga dei consiglieri comunali non rieletti alle ultime elezioni comunali. Malgrado l’assenza di tutti i consiglieri del centrosinistra e di quelli di centrodestra non rieletti la presidente Pernazza tirò dritto senza badare alle critiche e osservazioni delle altre forze politiche. Così la città di Terni, che da sola rappresenta la maggioranza della provincia, restò senza delegazione mentre entrarono in Consiglio esponenti di Avigliano Umbro, Amelia (Comune dove la Pernazza è sindaco) e Penna in Teverina. Piccole realtà, di qualche migliaio di abitanti, a discapito del capoluogo di provincia. Una scelta difficile da spiegare ai comuni mortali. A salvare la Pernazza fu il segretario generale con un parere molto contestato che legittimava il voto di appena quattro consiglieri presenti (Danieli, Spezzi, Pelliccia e Garbini). Per il segretario generale dell’Ente il numero legale c’era e tutto si era svolto regolarmente.  Una decisione però contestata dal sindaco Bandecchi che vedeva nell’operazione il tentativo di tenerlo fuori da palazzo Bazzani. Una mossa, a parere del sindaco di Terni, tutta politica e “antidemocratica”.  E’ difficile dargli torto: la metà degli abitanti della provincia non venivano di fatto rappresentati. Terni rappresenta con i suoi 106 mila residenti il 50% degli abitanti dell’intera provincia (218 mila). Per qualsiasi cittadino comune si trattava sicuramente di una scelta incomprensibile. “Quanto avvenuto allora è semplicemente un dispetto nei confronti di Terni”, commenta Bandecchi. Uno scortesia istituzionale ? Oppure una ripicca dopo la sconfitta del centrodestra e la vittoria di Bandecchi ? Dal brusio ternano sembrerebbe di sì ma si tratta, per ora, di un cicaleccio. Fatto sta che palazzo Spada non si è fermato ed è partito il ricorso al Tribunale amministrativo dell’Umbria (Tar) per chiedere ai giudici competenti di annullare la deliberazione con la quale sono state fatte le surroghe. Una battaglia che, indipendentemente dalla decisione del Tar, potrebbe comunque terminare alla fine dell’anno quando ci saranno le elezioni per il rinnovo del Consiglio provinciale. Dopo la vittoria di Bandecchi a Terni il centrodestra rischia seriamente di andare sotto. ” Ne vedremo delle belle”, assicura Bandecchi. Elezioni che non interesseranno il presidente ma i consiglieri provinciali. Sicuramente palazzo Bazzani si troverà di fronte al cosiddetto caso di “Anatra zoppa”.  Che cosa significa ? In gergo giornalistico indica un presidente limitato nell’esercizio del proprio potere. La Pernazza si troverà a convivere con un consiglio provinciale la cui maggioranza ha un colore politico opposto a quello del suo schieramento. Una situazione che rischia di portare il centrodestra e la Pernazza sull’orlo di una crisi di nervi. Bandecchi avrà in mano l’interruttore con cui mettere fine alla amministrazione Pernazza. Il messaggio tra le righe del sindaco di Terni è evidente: è solo questione di tempo. In aiuto del primo cittadino arriverà anche il contributo di altre forze politiche, attualmente all’opposizione. A cominciare dal Pd che non vede l’ora di mandare a casa la presidente e la sua maggioranza. Prove di intesa sono già iniziate, sia pure con molto prudenza. I democratici, infatti, hanno aperto a Bandecchi sulle nomine del Sii, la società che gestisce su tutto il territorio il Servizio Idrico Integrato. Bandecchi, dopo la vittoria, è l’uomo che darà le carte e il Pd manda segnali di avvicinamento. I sindaci del partito democratico lo hanno già scritto e l’accordo sarebbe ormai prossimo. L’intesa potrebbe poi allargarsi alla provincia di Terni con il sindaco di Arrone, Fabio Di Gioia, pronto a candidarsi. Una specie di patto di desistenza che potrebbe azzerare il centrodestra sull’intero territorio della provincia di Terni.