Tumori, l’Umbria fanalino di coda sull’oncologia: pazienti in fuga verso altre regioni

La nuova indagine dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) è preoccupante e conferma il momento di grande difficoltà della sanità umbra. Questa volta la bocciatura senza appello arriva sulle reti regionali oncologiche. Parliamo di servizi determinanti per la vita delle persone: tumori della mammella, polmone, prostata, colon, retto, ovaio ed utero. Un dato reale non contestabile, in quanto il monitoraggio è stato eseguito sulla base di un Questionario compilato direttamente dalle Regioni nonché da una serie di indicatori riguardanti le sette patologie oncologiche maggiori. In estrema sintesi il quadro delineato vede l’Umbria tra le regioni messe peggio con pazienti in fuga verso altre Regioni, una scarsa risposta al soddisfacimento dei bisogni dei pazienti umbri e l’inefficacia dei processi di base della rete. Umbria, Calabria, Molise, Sardegna, Basilicata e Abruzzo sono le regioni bocciate: l’Umbria fa compagnia alle altre regioni meridionali. In Umbria c’è un impressionante numero di pazienti che scelgono di farsi curare fuori Regione. Le regioni con una performance organizzativa elevata e conseguenti esiti di eccellenza sono Toscana, Emilia Romagna, Valle d’Aosta, Piemonte, Veneto e Friulia Venezia Giulia. Ma anche Lazio e Lombardia hanno Centri attrattivi con prestazioni ad alto impatto. Le Regioni in netto miglioramento sono Campania, Puglia, Sicilia, Marche e le province autonome di Trento e Bolzano che dopo una riorganizzazione della rete mostrano un crescente impatto. L’indice di performance dell’Umbria è addirittura sotto il 50%, esattamente è al 41,62%. Una fotografia drammatica perché evidenzia una disparità sul territorio nazionale sempre più evidente con l’Umbria fanalino di coda in compagnia di regioni meridionali.