Agenzie di viaggio sull’orlo del baratro, la denuncia di Confcommercio

Perugia – E’ una strage annunciata, quella delle agenzie di viaggio: le prime a patire le conseguenze economiche della pandemia, quando a febbraio ci fu lo stop ai viaggi di istruzione, si confermano ancora oggi l’anello più debole della catena del turismo, perché dimenticate anche dal decreto Ristori bis.

“Il futuro di queste imprese, dei loro titolari e dei tanti lavoratori che hanno contribuito a costruire l’economia turistica umbra, oggi è letteralmente a rischio”, denuncia Giorgio Mencaroni, presidente di Confcommercio Umbria.  “Per le agenzie di viaggio il lockdown è già un dato di fatto. Non ha senso calibrare gli aiuti alle attività turistiche sulla base del colore della zona in cui operano. Perché con il turismo azzerato, di fatto sono tutte in zona rossa”. 

E incalza Federico Tagliolini, il presidente di Fiavet Umbria, l’associazione più rappresentativa del settore aderente a Confcommercio: “Le agenzie di viaggio hanno avuto accesso ad alcuni ristori, che tuttavia non consentano loro di sopravvivere fino alla fine della pandemia e alla ripresa del turismo.  

Lo abbiamo detto all’assessore regionale al turismo Paola Agabiti, chiedendo che la Regione attivi un nuovo intervento di sostegno per questo comparto, a nome delle 170 aziende umbre, delle loro famiglie, degli oltre 500 dipendenti che occupano. 

Finora la Regione Umbria ha messo a disposizione 1.700 euro per ciascuna agenzia, contributo che è stato gradito dalla categoria, ma che tuttavia scompare anche rispetto ai costi fissi che continuano a correre, compresi quelli di polizze assicurative e fondo di garanzia, seppure in questo momento il nostro fatturato sia pari a zero e si prospetti una perdita per l’anno in corso vicina al 90%.

E’ del tutto evidente – sottolinea con forza il presidente di Fiavet Umbria – che si tratta di una situazione per noi insostenibile.