Istat: lenta ripresa economica a Terni, male il turismo

TERNI – In base ai dati Istat, tra il 1° semestre 2016 e il 1° semestre 2017 il valore delle importazioni delle imprese ternane è aumentato del 16,9 per cento, quello delle esportazioni del 15,9 per cento (Tavola 1.3).

La crescita degli scambi con l’estero è trainata dall’andamento nel settore della produzione di metalli di base e prodotti in metallo (quello con la maggiore incidenza in termini di valore) dove si registra un aumento delle importazioni e delle esportazioni pari, rispettivamente, al 43,1 per cento e al 36,6 per cento.

Tra le altre categorie con più alta incidenza sul totale del valore dei movimenti, risultano in espansione gli scambi con l’estero delle sostanze e prodotti chimici (+16,3 per cento le esportazioni e +18,5 per cento le importazioni), dei mezzi di trasporto (+19,7 per cento e +28,1 per cento) e dell’agricoltura (+19,1 per cento e +37,7 per cento). Sono, invece, in flessione le importazioni e le esportazioni di macchinari e apparecchi vari (-32,6 per cento e -23.3 per cento).

Nel 1° semestre del 2017 il saldo degli scambi con l’estero è positivo per una cifra pari a quasi 153 milioni di euro grazie principalmente alla ripresa delle esportazioni che, nei due trimestri, si attestano sui valori più elevati dell’ultimo quadriennio.

Nel primo semestre 2017, i rapporti di lavoro attivati dai centri per l’impiego (Cpi) nella provincia di Terni sono 16.906 (Tavola 2.1) e registrano una crescita dell’8,1 per cento rispetto al primo semestre 2016. L’incremento è leggermente superiore nel Cpi di Orvieto (+9,3 per cento) e più contenuto in quello di Terni (+7,9 per cento). Le cessazioni dei rapporti di lavoro ammontano a 14.827, in aumento del 6,6 per cento. Il saldo tra avviamenti e cessazioni è positivo (+2.079) e cresce del 20,2 per cento rispetto al primo semestre 2016.

Dall’analisi della serie storica trimestrale, si rileva che la crescita degli avviamenti al lavoro è costante nei primi due trimestri del 2017, e l’andamento tendenziale si mantiene sui livelli medi dell’ultimo biennio. Al 30 giugno 2017 le persone immediatamente disponibili allo svolgimento ed alla ricerca di una attività lavorativa iscritte ai Centri per l’impiego della provincia di Terni sono pari a 18.262, in crescita del +15,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (Tavola 2.2).

La crescita è più accentuata (+18,1 per cento) per gli iscritti al Centro per l’impiego di Orvieto.

Nel primo semestre 2017 il numero di ore autorizzate di cassa integrazione guadagni ammonta a quasi un milione, in calo dello 0,6 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016 (Tavola 2.3). Le variazioni su base annua per tipo d’intervento indicano un aumento delle ore di cassa integrazione ordinaria (+25,6 per cento) e una flessione di quelle autorizzate per la cassa straordinaria (-11,1 per cento) e, in misura più rilevante, per gli interventi in deroga (-47,1 per cento).

Nel corso del primo semestre 2017, prosegue l’andamento decrescente delle ore autorizzate di cassa integrazione in deroga e continua il trend crescente della cassa ordinaria, che si rafforza nella posizione di tipo di intervento più consistente.

Nel primo semestre 2017, la Direzione territoriale del lavoro di Terni ha rilevato 87 casi di lavoro irregolare di cui il 31,0% riferiti a situazioni di sommerso. Il fenomeno del lavoro nero si manifesta in modo più contenuto nei servizi rispetto al complesso dei settori economici.

Nel primo semestre del 2017, nella provincia di Terni prosegue e si consolida la crescita dei prestiti bancari avviatasi nell’ultimo anno. Il tasso di variazione su base annua dei prestiti alla clientela residente è passato da +1,2 per cento a giugno 2016 a +1,9 a giugno 2017.

A giugno 2017 i prestiti bancari al settore produttivo privato sono cresciuti del 2,2 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno precedente (+1,4 per cento a giugno 2016). Le imprese di minore dimensione (meno di 20 addetti) hanno fatto registrare un andamento negativo (-0,7 per cento) compensato da quello di segno opposto delle unità produttive maggiori. I prestiti bancari alle famiglie consumatrici residenti sono cresciuti del 2,6 per cento su base annua a conferma di una tendenza positiva riscontrata nei trimestri precedenti.

Se si esamina l’andamento dei prestiti per principale ramo di attività delle imprese, si rileva come a giugno 2017 l’incremento si concentri nei settori dei servizi, dove si è intensificato rispetto ai dodici mesi precedenti (+7,3 per cento, contro +1,9 per cento a giugno 2016), e delle attività manifatturiere, per le quali si registra un aumento del + 7,2 per cento in attenuazione rispetto al +13,0 per cento di giugno 2016. I prestiti sono, invece, in calo nel comparto delle costruzioni.

Per quanto concerne il risparmio, a giugno 2017 la crescita dei depositi è stata dell’1,2 per cento, in rallentamento rispetto al trend dei quattro trimestri precedenti.

La crescita non ha riguardato i depositi a risparmio, che continuano a diminuire (-6,4 per cento a giugno 2017 rispetto a -1,3 per cento di giugno 2016) in conseguenza della scarsa remunerazione combinata a una minore utilizzabilità della liquidità raccolta. Anche il valore complessivo ai prezzi di mercato dei titoli in custodia nel portafoglio di imprese e famiglie si è ulteriormente ridotto (-6,1 per cento), soprattutto nella componente delle obbligazioni bancarie (-36,6 per cento); vi ha contribuito la diminuzione del valore ai prezzi di mercato di questi titoli.

La ripresa del credito bancario si è associata a un peggioramento della sua qualità: a giugno 2017 il flusso di nuove posizioni deteriorate, in rapporto ai prestiti vivi in essere all’inizio del periodo (tasso di deterioramento del credito), è pari al 4,7 per cento contro il 3,7 per cento di giugno 2016. È migliorata la qualità del credito alle famiglie mentre il tasso di deterioramento del settore produttivo è cresciuto dal 4,8 per cento di giugno 2016 al 6,9 per cento di giugno 2017; esso risulta particolarmente elevato per il comparto delle costruzioni (+27,7 per cento).

Nel corso del primo semestre 2017 il numero dei protesti iscritti al registro della Camera di commercio di Terni ammonta a 839 unità ed è diminuito del 29,4 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. Nello stesso arco temporale si è registrata una flessione dell’importo totale dei protesti di pari entità in termini relativi (-27,6 per cento), determinando un andamento stazionario degli importi medi che passano da 1.179 a 1.202 euro (Tavola 3.4). Nel comune capoluogo si osserva una riduzione più contenuta del numero e del valore dei protesti rispetto al resto della provincia.

Nel corso del primo semestre 2017, secondo i dati che la Regione Umbria raccoglie nell’ambito della rilevazione Istat sul movimento dei clienti negli esercizi ricettivi2,  gli arrivi e le presenze nelle strutture ricettive della provincia sono diminuiti, rispettivamente, dell’11,1 per cento e del 13,5 per cento rispetto allo stesso periodo del 2016. La flessione della domanda turistica è prodotta sia del movimento dei clienti italiani, che hanno ridotto gli arrivi del 10,2 per cento e le presenze del 12,0 per cento, sia da quello degli stranieri (-13,0 per cento negli arrivi e -16,6 per cento nelle presenze). La contrazione del movimento provinciale interessa soprattutto i territori Amerino e Orvietano3.
La variazione negativa dei flussi turistici dei clienti stranieri è in controtendenza rispetto a quanto verificatosi fino al 2016, quando il movimento di questa categoria di clienti costituiva la principale fonte di sostegno dell’andamento turistico della provincia.

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