La crisi nera del commercio in Umbria, un’agonia senza fine: crollo dei piccoli negozi nei centri storici

Nei centri storici dell’Umbria, e nelle vie dello shopping, giorno dopo giorno cresce il rischio di desertificazione commerciale. La crisi dei negozi sta cambiando lo scenario urbano delle nostre città. Meno vetrine,  serrande abbassate e riduzione significativa del numero di punti vendita. Le serrande abbassate offrono sempre più un’immagine deprimente dei nostri centri storici. A rilanciare l’allarme sono gli stessi commercianti che prevedono nuove chiusure. Non servono più nemmeno i saldi a far impennare la curva dell’ottimismo: le vetrine continuano a svuotarsi e le  motivazioni sono ormai note. Scelte politiche sbagliate, prezzi degli affitti esorbitanti e insostenibili, un turismo mordi e fuggi che non lascia denaro fresco, la devastante concorrenza dell’online e dei centri commerciali. Così il grido di dolore dei commercianti si fa sempre più forte, la lista dei caduti sempre più lunga. Ce n’è, o meglio, non ce n’è più, per tutti i gusti: abbigliamento, negozi di oggettistica, calzature. Negli ultimi mesi hanno pesato anche due fattori: l’aumento dell’inflazione che ha eroso il potere di spesa delle famiglie e il caro energia che ha fatto lievitare ulteriormente i costi. Le stime per il futuro non sono rosee: se la tendenza attuale dovesse confermarsi, da qui al 2030 in Umbria potrebbero chiudere centinaia di negozi. Le realtà più a rischio sono quelle che vendono prodotti “tradizionali”: dalle librerie all’abbigliamento, dalle ferramenta alle cartolerie. A Gubbio, nel salotto buono della città, su 63 negozi ben 19 sono chiusi: hanno quindi abbassato la saracinesca il 30% dei negozi storici ovvero un terzo dei negozi sono chiusi. Per non contare i tanti cartelli dove è scritto “vendesi o affittasi” attività commerciale. Anche a Foligno sono ormai in pochi a resistere nel centro storico. L’allarme arriva direttamente dalla Confcommercio: nel primo trimestre del 2023 si contano trenta negozi in meno rispetto a un anno fa. Nel centro storico di Perugia negli ultimi dieci anni sono spariti un centinaio di negozi. Non va molto meglio a Terni dove continuano a chiudere le attività commerciali nel centro storico con alcuni commercianti che scelgono di spostarsi nelle aree commerciali, svuotando sempre di più il centro città, dove gli affitti sono considerati troppo cari dagli esercenti. A Spoleto, invece, si fa anche fatica a vendere l’attività in quanto manca la richiesta. Tra i tanti negozi che hanno chiuso ci sono attività storiche che hanno rappresentato in passato la forza e ricchezza del città. La crisi si è allargata nella parte bassa della città, tra viale Trento e Trieste, viale della Stazione e via Marconi. La crisi sembra essere irreparabile anche per l’assenza di iniziative da parte delle istituzioni locali e quella regionale. I commercianti umbri sono stanchi e disillusi, i loro appelli sono rimasti inascoltati.