Perugia, via libera alla legge regionale sulle cooperative di comunità

PERUGIA – Con 13 voti favorevoli (Pd, SeR, Misto-Mdp, Misto-Rp/Ic) e 3 astenuti (M5s e Lega), l’Aula di Palazzo Cesaroni ha dato il via libera alla proposta di legge dei consiglieri Silvano Rometti (SeR) e Carla Casciari (Pd) che mira a favorire la nascita, anche in Umbria, delle COOPERATIVE DI COMUNITÀ.
L’obiettivo è quello di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Il fine dovrà essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica.
Il relatore di maggioranza, Silvano ROMETTI ha sottolineato come “il sostegno alla cooperazione di comunità si esplica nell’ambito di iniziative volte allo sviluppo economico, alla coesione e alla solidarietà sociale, nell’ottica di valorizzare le risorse e le vocazioni territoriali e delle comunità locali, favorendo in primo luogo la creazione di offerte di lavoro. Particolarmente vocata per piccole comunità soggette a impoverimento economico, spopolamento e indicata per realtà umbre, pensiamo ad aree interne e piccoli comuni area terremoto. Già Abruzzo, Liguria, Puglia e Sardegna hanno adottato leggi che disciplinano le cooperative di comunità in termini in parte analoghi a quanto proposto da noi, mentre Lombardia, Basilicata, Emilia Romagna e Toscana hanno optato per introdurre la disciplina della cooperative di comunità nella legge dettata più in generale sulla cooperazione. In Umbria esistono già esperienze con attività per la Foresta Fossile Dunarobba, o per il Cinema PostModernissimo, etc. Nel percorso della legge in Commissione – ha detto Rometti – si è cercato di superare alcune criticità riscontrate sul piano tecnico-giuridico che esponevano la legge a possibili rilievi di legittimità costituzionale. Sono state anche recepite, per quanto possibile, le sollecitazioni provenienti dal mondo cooperativo. Sono stati inseriti dei criteri volti a consentire una più precisa delimitazione di quelle cooperative che la proposta di legge intende valorizzare, che si connoteranno come cooperative di comunità. Per queste, si prevede l’iscrizione in uno specifico Albo regionale laddove risulteranno svolgere determinate attività con la comunità e per la comunità di riferimento, e in possesso di determinati requisiti”.
Il relatore di minoranza, Andrea LIBERATI (M5S) ha definito la proposta legislativa “animata da nobili intenti poiché persegue l’interesse generale della comunità e che avremmo votato favorevolmente se non ci fosse un problema metodologico non superato in Commissione e che sarebbe stato utile fare per non esporre questo testo ad una possibile censura giuridico-amministrativa e quindi ad una impugnativa di fronte alla Corte Costituzionale. Questo è quanto ci hanno ricordato i nostri uffici legislativi dell’Assemblea legislativa, consigliando un vaglio preventivo della proposta. Bisognava tenere conto anche di alcune perplessità evidenziate da Coldiretti. Serve maggiore chiarezza sulla tipologia dei soci. L’indeterminatezza e la genericità di alcuni commi contenuti nel testo potrebbero causare maggiori incertezze rispetto a come si era partiti. Il rischio è l’assorbimento delle cooperative di comunità dentro le grandi cooperative, contravvenendo il principio e la ratio della legge. Il nostro sarà un voto di astensione”.
Interventi:
Carla CASCIARI (Pd): “La legge ha avuto un lungo percorso. Le Cooperative di comunità rappresentano una forma di impresa datata, poiché già dall’800 questa tipologia di strutture erano operative in più settori. Oggi questa forma di impresa è a pieno titolo nel Terzo settore, con interventi non solo verso lo spopolamento, ma come strumento forte di partecipazione dei cittadini. Sicurezza vuol dire anche e soprattutto un territorio vissuto e questa proposta mira sostanzialmente a questo. Rispetto ai dubbi di Liberati, va sottolineato che sono già in vigore altre analoghe leggi regionali non impugnate. Il Terzo settore è ancora in attesa dei decreti attuativi, è necessario un quadro nazionale ben definito. Questa legge, della quale sono firmataria, rappresenta un segnale forte per i cittadini che potranno essere protagonisti del loro territorio”.
Claudio RICCI (misto-Rp/Ic): “Quello di oggi è uno degli atti più qualificanti dell’intera legislatura. Per il nostro territorio umbro, fatto di piccole realtà amministrative, questi strumenti innovativi possono determinare azioni positive nel quotidiano che va ad incidere sulla vita dei residenti. Le cooperative di comunità sono dunque uno strumento incisivamente adeguato per le nostre realtà. Rappresenta un elemento qualificante per lo sviluppo economico non solo territoriale, ma di tutta la regione”.
Giacomo LEONELLI (Pd): “Si tratta di una legge che mi sta particolarmente a cuore perché rappresenta un appoggio pieno ad una altra proposta legislativa, quella sulla ‘Bellezza e Qualità come modello di sviluppo per l’Umbria’ di cui sono il promotore e che ho già depositato. Nei numerosi incontri che ho avuto nel corso della predisposizione della mia proposta ho notato un altissimo spirito di iniziativa e di crescita da parte di chi abita il territorio. La volontà di non abbandonare il proprio paese natio è evidente, ma spesso mancano gli strumenti per il rafforzamento di certe realtà. Questa legge sarà importantissima per molte piccole realtà che vanno valorizzate e fatte crescere”.
SCHEDA SINTETICA:
Il riferimento delle Cooperative di comunità è costituito dai Comuni ricadenti nelle tre aree interne: Area Sud Ovest Orvietano, Area del Nord-Est (area appenninica), Area della Valnerina. Potranno tuttavia essere costituite Cooperative di comunità anche in altri ambiti territoriali prestando comunque attenzione particolare per i Comuni sotto i 3mila abitanti.
Le cooperative di comunità si prefiggono l’obiettivo di produrre vantaggi a favore di una comunità alla quale i soci promotori appartengono o che eleggono come propria. Il fine dovrà essere perseguito attraverso la produzione di beni e servizi per incidere in modo stabile su aspetti fondamentali della qualità della vita sociale ed economica. Si tratta di uno strumento già presente, in altre regioni italiane e che sta producendo importanti risultati.
Questo strumento di cooperazione può assumere la veste di cooperative di produzione e lavoro, di utenza, di supporto, sociali o miste. Molteplici potranno essere le possibilità di intervento ad opera della Regione al fine di sostenere il processo di sviluppo di tali cooperative, come finanziamenti agevolati, contributi in conto capitale e incentivi per la creazione di nuova occupazione. È evidente che tali interventi, per i quali si rinvia ad un atto da adottarsi da parte della Giunta regionale sentita la Commissione competente, vadano attuati nel rispetto della normativa europea in materia di aiuti di stato.
Lo stanziamento previsto, per il 2019 è di 100mila euro per l’anno 2019. Modalità di sostegno sono previste dalla Programmazione comunitaria, da incentivi da parte di banche di credito Coop. Rispetto ad interventi sulla leva fiscale Irap saranno necessari ulteriori approfondimenti giuridici. La Regione è chiamata a promuovere sul territorio, d’intesa con gli enti locali, il ruolo e la funzione della cooperazione di comunità individuando strumenti e modalità di raccordo che possano favorirne le capacità progettuali ed imprenditoriali, riconoscendo nella cooperazione, ed in particolare in quella di comunità, un soggetto privilegiato per l’attuazione di politiche attive del lavoro in grado di creare nuova occupazione per il territorio con il quale e nel quale operano. I settori di intervento riguardano: la ricettività e la ristorazione, le attività legate al turismo, all’agricoltura e all’allevamento. Ma anche alla produzione di energia rinnovabile, ai servizi di interesse pubblico, alla gestione di musei, del verde, di attività culturali.