Presentato il progetto di digitalizzazione dell’Erbario storico di Giuseppe Frizzi

Con il sostegno della Fondazione Perugia è stato realizzato un nuovo catalogo scientifico digitale dell’Erbario Storico Frizzi, valida testimonianza di hortus siccus (raccolta di piante pressate, seccate e fissate su fogli di carta) risalente alla fine del XIX secolo. La presentazione è avvenuta questa mattina a Perugia nella Sala della Fondazione Sant’Anna, che ha collaborato al progetto, alla presenza di Andrea Capaccioni, docente dell’Università degli Studi di Perugia e rappresentante della Fondazione Perugia, del dirigente scolastico dell’Itet “Capitini”, Silvio Improta, della responsabile del progetto, Martina Properzi.

L’erbario curato da Giuseppe Frizzi, preside dell’ex Istituto Tecnico Commerciale (Itc) ‘Vittorio Emanuele II’ di Perugia dal 1881 al 1897, si compone di 663 specie suddivise in 37 famiglie. Contiene campioni raccolti in varie aree d’Italia e per quanto riguarda l’Umbria gli esemplari provengono in particolare da Monte Subasio, Montemorcino, Monte Acuto, Monte Pennino e Monte Pacciano. La porzione più rilevante dell’Erbario Storico Frizzi al momento è conservata nella Biblioteca dell’Istituto tecnico economico tecnologico (Itet) ‘Aldo Capitini’ di Perugia, promotrice del progetto di catalogazione digitale premiato dal Bando Arte, attività e beni culturali “Digitalizzazione dei Beni Culturali” 2021 della Fondazione Perugia. «Recuperare un patrimonio storico di grande valore è un’operazione importante», ha dichiarato il dirigente scolastico dell’Itet, Silvio Improta. «Grazie alle nuove tecnologie per le quali “il Capitini” ha sempre voluto porsi come punta avanzata oggi è possibile, con il sostegno della Fondazione, restituire al pubblico l’Erbario». Il nuovo catalogo digitale dell’Erbario Storico Frizzi, infatti, in futuro sarà accessibile proprio dalla pagina web dell’Itet Capitini ma obiettivo dell’Itet Capitini è anche di poter esporre l’Erbario in una sezione dedicata del Fondo Antico, nei locali adiacenti alla biblioteca. «Si è trattato di un progetto complesso e, per così dire, “corale” che, già in fase di stesura, ha richiesto il coinvolgimento di molti soggetti», ha spiegato Martina Properzi. «Ci possiamo dire soddisfatti del risultato raggiunto che, ci auguriamo, possa contribuire a sensibilizzare la comunità cittadina ai temi della biodiversità».

La classificazione scientifica dei campioni vegetali è stata curata dal Dipartimento di ingegneria civile e ambientale (Dica) dell’Università degli studi di Perugia. «La digitalizzazione degli archivi storici ed in particolare degli erbari – ha spiegato Fabio Orlandi, docente del Dica – permette di rendere pubblico tutto il lavoro di identificazione delle specie vegetali raccolte nel tempo. Un modo per fornire informazioni circa le loro caratteristiche botaniche e di distribuzione geografica utili sia ai cittadini che ai tecnici coinvolti nella gestione del verde anche per studi sulla biodiversità del territorio e per la sua conservazione». Grazie al software DigitArch, sviluppato da Siis Soft Foligno, è stato possibile archiviare contenuti digitali in una base dati e in file system accessibili nel rispetto di criteri di sicurezza e sottoposti a opportune tecniche di protezione e conservazione. L’intervento segue la fase di digitalizzazione e catalogazione scientifica di una parte minoritaria dell’erbario realizzato dal Dipartimento di Botanica dell’Università di Catania. Un contributo che è stato testimoniato, in videoconferenza, dal docente Gianpietro Giusso Del Galdo, che ha sottolineato l’importanza degli erbari che solo in Italia hanno censito circa 12 milioni di esemplari. «Alcune specie non si conoscono oggi ma nei secoli sono state raccolte e conservate. Un elemento prezioso anche per studiare i cambiamenti climatici».