L’Umbria a secco, continuano a scendere Trasimeno e Tevere. Ai minimi storici sorgenti e fiumi

Il lago Trasimeno e il fiume Tevere continuano a scendere di livello. In soli quattro giorni sono calati, rispettivamente, di tre e sei centimetri, stando ai rilevamenti del Centro funzionale della Protezione civile umbra, prendendo a riferimento la stazione di San Savino e quella di Ponte Nuovo di Torgiano.  Il Trasimeno ha perso un metro e 23 centimetri all’isola Polvese, mentre il livello del Tevere è di un metro e 12 centimetri, quando invece dovrebbe essere ricompreso tra i 4,50 e i 5,70 metri. L’assenza di piogge sta mettendo a dura prova i corsi d’acqua più piccoli, come ad esempio il fiume Topino che a Passaggio di Bettona si assesta su un livello di 1,11 metri, per poi diventare un ruscello di pochi centimetri quando arriva a Bevagna. Drammatica anche la situazione del fiume Peglia nell’Orvietano e del Nestore nel Marscianese. Il primo fatica ad arrivare ad un metro di livello nel tratto di Orvieto scalo, il secondo è praticamente in secca, vive in pochi centimetri d’acqua. Restano, invece, sui livelli di riferimento stagionali gli altri due grandi invasi regionali, quelli di Piediluco e di Corbara. Il dato più allarmante è che ormai da diverse settimane  le temperature rimangono sopra la media e in più arrivano dopo un inverno mite e poco piovoso. Il risultato è una condizione di siccità che si trascina da mesi e fa temere il peggio. Molti comuni umbri stanno già pensando a diverse forme di razionamento fino allo stop  dell’erogazione durante la notte. In alcuni casi ci si sta organizzando per ricorrere alle autobotti. In Umbria tutte le sorgenti sono in deficit, secondo l’analisi dell’Arpa i livelli di falda sono sotto la media in un caso sue due. Per gli esperti, una stagione così asciutta e siccitosa ha avuto pochi precedenti negli ultimi 45 anni. Secondo l’analisi eseguita nel primo trimestre dell’anno le diminuzioni delle precipitazioni, a livello regionale, sono quantificabili nell’ordine del 35-50%, a seconda delle zone. Le maggiori criticità sono riconducibili a tutta la Valle del Tevere, al Vulsino e alla Valle Umbra, soprattutto a Foligno e Spoleto. Le previsioni non sono incoraggianti: si prevedono temperature mediamente elevate e le piogge non saranno in grado di porre rimedio. Situazione pesantissima per il settore agricolo, con quasi il 40% dei terreni irrigui interessati dalla siccità. Dal vino all’olio, al  grano, la situazione è drammatica tanto che le associazioni agricole (Coldiretti, Confagricoltura e Cia) chiedono lo stato di emergenza. Altra conseguenza non trascurabile è quella degli incendi. Il meteo delle prossime settimane non incoraggia. Al momento, per i prossimi 10-15 giorni, non sono previste variazioni significative. Perdurerà la presenza dell’anticiclone africano che staziona di fatto da inizio maggio, con temperature fino a 6-7 gradi oltre le medie climatiche di riferimento. Questo si tradurrà verosimilmente in nuove ondate di caldo con punte massime verso i 37- 38 gradi. La tendenza – dicono i meteorologi – a livello europeo è che la situazione rimanga immutata, anche a luglio e agosto con valori sopra la media del periodo.