Progetto “Impastiamo forme di pace”, gli alunni del Patrizi – Baldelli – Cavallotti insegnano ai profughi in Giordania

PERUGIA – Gli studenti dell’Istituto Patrizi – Baldelli – Cavallotti di Città di Castello ambasciatori di pace in Giordania. E’ il progetto di alternanza scuola – lavoro “Impastiamo forme di pace”, presentato oggi a Palazzo Cesaroni. Presenti la presidente dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, Donatella Porzi, la dirigente scolastica Marta Boriosi, il vescovo di Città di Castello Domenico Cancian, l’assessore del Comune di Città di Castello Rossella Cestini, il professor Emanuele Ascani, Giandomenico Martinelli della Spi Cgil, Francesco Delsiena dell’associazione Habibi e l’alunno Giosué Biagioni, in rappresentanza degli studenti coinvolti.

Il progetto è rivolto a otto studenti maggiorenni dell’Istituto, nello specifico per l’indirizzo Enogastronomia – cucina e per quello “Servizi per l’agricoltura e sviluppo rurale e tecnico agrario”. I ragazzi, insieme a quattro docenti tra cui la dirigente scolastica, dal 5 al 14 aprile terranno incontri formativi e lezioni pratiche con un gruppo di profughi siriani ed iracheni che alloggiano presso una Comunità di accoglienza di Amman (Giordania), che vede tra i gestori anche l’associazione Habibi, che partecipa al progetto. L’obiettivo è trasmettere loro competenze, conoscenze e abilità nel settore enogastronomico e delle filiere di produzione locali. Nello specifico si occuperanno di lezioni tecnico – pratiche di enogastornomia e cuciona, prodotti caseari, panificazione e arte bianca. Una grande esperienza formativa per gli studenti, una esperienza di grande arricchimento anche per i destinatari del corso. Un appuntamento che è valso anche il riconoscimento del presidente della Repubblica Mattarella, che riceverà al Quirinale una delegazione di studenti.

“E’ solo un’etichetta quando si parla di ragazzi immersi nel disagio – ha detto la dirigente scolastica Boriosi – io non ci credo e anzi, posso testimoniare il grande entusiasmo con cui i nostri studenti hanno accolto l’iniziativa”. Dalla Boriosi anche il grazie ai partner: “l’Assemblea legislativa, il Comune di Città di Castello, la Spi Cgil, il cardinale Bassetti e il vescovo Cancian”. “Città di Castello si sta ponendo all’avanguardia nell’educazione alla cittadinanza dei nostri giovani – ha detto l’assessore Cestini – costruendo e mettendo insieme buone pratiche per costruire un percorso verticale di interscambio, che parta dalle scuole materne”. “Andiamo ad intervenire su vite sospese – ha spiegato il vescovo Cancian – che accompagneremo e sosterremo verso il futuro. L’ideale si deve concretizzare, altrimenti rimane per aria. E i ragazzi ci danno spesso importanti lezioni, dimostrando con i fatti la passione per la vita”. Soddisfatta l’associazione Habibi, così come Giandomenico Martinelli della Spi Cgil, che partecipa al progetto. “Onorato di essere tra i ragazzi che partiranno”, ha detto Giosué Biagioni. “Tutto è nato per caso – ha detto il professor Ascani, tra gli organizzatori del gruppo – in un pranzo con il vescovo Cancian, durante il quale ci siamo dati una missione”.

“Voglio fare un grande plauso al progetto – ha concluso la presidente Porzi – una iniziativa che è riuscita a catalizzare un’intera comunità regionale e che è l’esempio di come educare i nostri giovani alla cittadinanza attiva. Quando si condivide la strada, si può lavorare e si raggiungono gli obiettivi. Esperienze come queste non si cancelleranno tanto facilmente”.