Rilancio di Terni, Liberati (M5S): “Le migliori università per un piano di riconversione industriale”

TERNI – “Coinvolgere le migliori Università italiane e internazionali per una strategia di riconversione industriale della Conca ternana, a partire dalle ammorbanti Acciaierie, con un chiaro cronoprogramma per l’avvio delle bonifiche, possibili grazie anche all’investimento di risorse pubbliche determinate dalla regionalizzazione delle centrali idroelettriche”. Lo propone il capogruppo del Movimento 5 Stelle all’Assemblea legislativa dell’Umbria, Andrea Liberati, spiegando che “occorrono mediamente almeno 10 anni solo per individuare le nuove aree di insediamento produttivo e concordare le politiche di sviluppo”.

Liberati aggiunge che “in Italia e nel mondo esistono brillanti esempi di riconversione industriale: ha vinto chi ha coraggiosamente puntato sul futuro, da Bilbao a Pittsburgh, passando per il Lingotto di Torino e altrove. Ha vinto soprattutto chi ha puntato sul sapere e sulle produzioni ad alto valore aggiunto. Gli interessati approfondiscano pure la materia, ma poi rapidamente esigano scelte serie e definitive dai propri amministratori, prima che l’inedia travolga Terni e, con essa, il senso stessa di questa comunità regionale. Andrà inoltre reclamata e ottenuta su Terni una centralità universitaria di cui la città è stata scientemente deprivata e che tuttora non esiste: accademia che però resta leva fondamentale per generare una classe dirigente cittadina e regionale più preparata e più libera, culturalmente adeguata alle sfide del domani”.

Il capogruppo regionale M5S evidenzia inoltre che “mentre la Commissione Ecomafie prosegue il suo prezioso lavoro sulle Acciaierie di Terni e sul resto, la classe politica locale e regionale, al cospetto del totem ‘Viale Brin’, resta piccola piccola e non trova una sola credibile parola per affrontare la situazione. Basti pensare agli ultimi salamelecchi ai tedeschi su improbabili soluzioni per Prisciano (siamo a 20 anni di bugie) oppure alle dichiarazioni di alcune cariatidi del sindacato che, del tutto episodicamente, si ricordano del disastro ambientale e sanitario in corso. In questo quadro brillano per inerzia anche la Magistratura, rediviva sui media, quanto assente da sempre su questioni che hanno a che fare col rispetto della salute e dunque della vita umana, nonché l’Università di Perugia, incapace di elaborare alcunché di innovativo per Terni anche a causa dello stretto legame esistente con certe grandi realtà industriali del territorio, a partire dalla Thyssen stessa. Per finire, premio Attila d’Oro ad Arpa Umbria, da qualche anno inconsistente su Terni proprio per la gioia dei predetti inquinatori seriali”.

“Intanto – conclude Liberati – decine di milioni di tonnellate di scorie restano accumulate un po’ ovunque nel sottosuolo della Conca, masse di rifiuti che continuano regolarmente a crescere presso le discariche di Pentima-Valle, inquinando in modo eclatante pure le falde acquifere. Certo, Thyssen si difende, sempre sostenendo che sono stati altri: cromo VI nel tunnel stradale? Colpa della ‘discarica ex RSU’ (?). Cromo VI nei pozzi dello stabilimento? ‘Contaminazione storica’ (?!?), un’amenità dopo l’altra, tanto la giustizia difficilmente arriverà e poi in Italia c’è fame di lavoro, costi quel che costi. Ma chissà se a casa loro, in Germania, fanno così?”.

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