Sanità, ospedale di Perugia in prima linea contro la sepsi

PERUGIA – Sono già state approvate dalla Giunta Regionale e comunicate ai presidi ospedalieri le line guide per prevenire e sconfiggere la sepsi, una delle emergenze più gravi nell’ambito delle malattie infettive. Il fenomeno è cosi reale, che ogni 3-4 secondi nel mondo qualcuno muore di sepsi. E’ stato anche accertato che oltre l’80% delle infezioni sono contratte fuori dall’ospedale, mentre la parte restante è correlata all’assistenza ospedaliera. Una delle cause che contribuisce all’aumento dei casi di sepsi è legato alla diffusione di batteri multi-resistenti, cosiddetti batteri killer, per un uso eccessivo degli antibiotici, non solo in campo umano, ma anche veterinario ed ambientale. La rapidità della diagnosi e della terapia di queste infezioni – hanno sottolineato gli esperti che hanno redatto le linee guida emanate dalla Regione Umbria – sono fondamentali per la sopravvivenza del paziente: per ogni ora di ritardo della terapia appropriata, nello shock settico, il rischio di morire aumenta del 7%. Ne consegue che la sepsi è un problema di sanità pubblica molto pressante, che viene affrontato con numerose iniziative e provvedimenti a livello mondiale, nazionale e regionale. In Umbria , oltre alle linee guida recentemente emanate per la diagnosi e gestione della sepsi, viene effettuata la sorveglianza delle resistenze agli antibiotici dei batteri che causano la sepsi, ed è stato approvato il piano regionale di riorganizzazione dei laboratori, che, tra gli obbiettivi primari, prevede la diagnosi rapida delle patologie tempo-dipendenti, tra cui la sepsi.
“La sepsi – dice la Prof.ssa Antonella Mencacci, direttore della struttura complessa di Microbiologia dell’Azienda Ospedaliera di Perugia in una nota dell’ufficio stampa- va affrontata con interventi a più livelli, integrati tra loro; per la prevenzione abbiamo le linee guida per la gestione dei cateteri venosi centrali, dei cateteri vescicali, la profilassi in chirurgia e il lavaggio delle mani; per la diagnosi abbiamo il progetto “prelievo sicuro” (in cui le linee guida per i prelievi sono state aggiornate secondo le ultime evidenze scientifiche) e il laboratorio Centralizzato che dispone di un termostato satellite per accettare le emocolture di notte. Per quanto riguarda la terapia – sottolinea la Prof.ssa Mencacci – i risultati delle analisi chimico-cliniche e microbiologiche sono a disposizione dei professionisti in tempo reale e viene attuata la sorveglianza dei batteri multi-resistenti, essenziale per una terapia antibiotica rapida, appropriata ed efficace. Inoltre, il laboratorio di Microbiologia è dotato delle più avanzate tecnologie per la diagnosi rapida di sepsi come pochi altri centri in Italia. “Siamo in grado”, dice ancora la Prof.ssa Mencacci, di fare diagnosi in poche ore a partire da un prelievo di sangue con tecniche molecolari , perché ci sdiamo dotati di tecnologie all’avanguardia sia per identificare i microorganismi che per saggiare la loro sensibilità agli antibiotici. Infatti, l’azienda Ospedaliera di Perugia è dotata di un avanzato sistema robotico con cui riusciamo ad anticipare di 24-30 ore i risultati delle analisi batteriologiche”.
Uno studio perugino, appena pubblicato sulla rivista “European Journal of Clinical Microbiology & Infectious Diseases”, ha evidenziato che la rapidità della diagnosi microbiologica e la conseguente rapida terapia mirata, diminuisce significativamente la mortalità dei pazienti con sepsi”.

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