Spoleto, Argentero saluta: “Città adatta ad essere un set cinematografico”

SPOLETO – “Siamo stati benissimo, Spoleto si presta per girare film comodamente, la città è stata accogliente e abbiamo mangiato molto bene, in gran parte piatti al tartufo”. Tra un riposo e l’altro, prima della fine dell’ultimo ciak delle riprese di Copperman, è lo stesso Luca Argentero a commentare la chiusura del set. Dopo settimane di riprese (iniziate a fine luglio), l’ennesima avventura per la città Ducale sotto i riflettori è giunta al capolinea. Per l’occasione è arrivata anche da Roma Sonia Giacometti legata all’associazione Progetto Territorio, capitanata da Fabio Tulli, capace di soddisfare i produttori per quanto riguarda film commission e product placement, in tutta Italia. E grazie a loro, con il supporto dell’Amministrazione e del certosino lavoro di Stefano Galli, location manager, questa volta Spoleto è tornata protagonista per una produzione cinematografica prodotta da Eliofilm con Rai Cinema e Notorious Pictures, firmata dal regista Eros Puglielli che ha diretto un cast d’eccezione: accanto a Luca Argentero, gli attori Antonia Truppo, Galatea Ranzi, Gianluca Gobbi e Tommaso Ragno. La troupe ha fatto i bagagli, in attesa di rivedersi sul grande schermo i primi mesi del prossimo anno. Così gli spoletini selezionati per le comparse, tra cui tanti bambini, che mamme e nonne non vedono l’ora di guardare immortalati sulla pellicola. “Ieri si sono chiuse le riprese – spiega Marco Bertogna, organizzatore generale del film -, per un paio di giorni faremo il giro delle location che abbiamo toccato per fare il ripristino e verificare che siano ok, raccogliere quindi un po’ di materiale che abbiamo lasciato in giro perché una discreta parte degli arredi li abbiamo portati noi da Roma, ricostruzioni che abbiamo realizzato e poi adattato sul posto. Nel giro di una settimana, massimo dieci giorni, si chiude tutto il ciclo relative alle riprese, dopodiché inizia la post produzione, il montaggio – in realtà in parte è già iniziato -, che andrà avanti fino al 31 dicembre, quando avremo la consegna del master del film per uscire nelle sale a metà febbraio 2019”. Un’esperienza che ha sedotto tutta la troupe, dai tecnici agli attori. “In una città come Spoleto si riesce a girare molto bene, siamo stati accolti con grande disponibilità e c’è stata anche una grande tolleranza nei confronti della troupe perché non dimentichiamo che in alcuni momenti abbiamo girato in orari molto tosti, tipo quando abbiamo fatto le riprese in centro storico fino alle 3 del mattino”. Una città ideale per i set. “Spoleto si presta molto non solo per le fiction ma anche per i film, quindi va benissimo sia per produzioni cinematografiche che televisive. Abbiamo toccato tante location tra quelle del centro e le zone limitrofe alla città. Per esempio, i primi due giorni siamo stati a Castel San Felice, poi anche a Castelluccio di Norcia ovviamente non con le telecamere puntate sul borgo ma sulla fantastica piana, perché c’è una situazione così difficile che se non la racconti non è possibile pensare di inquadrarla. Per girare siamo stati molto a Piazza Garibaldi, ma anche alla Rocca e in qualche bell’agriturismo, abbiamo toccato molto la campagna, con dei bellissimi risultati”. Riprese che riservano una Spoleto diversa dal solito, colorata e trasformata con “trucchi scenici”. “Tra le curiosità? Abbiamo lavorato quattro notti di fila nell’oleificio Coricelli, dove abbiamo girato tra le scene anche il ribaltamento di un’automobile, quindi utilizzando stunt ed effetti speciali. Ecco, quelli sono stati momenti particolari, anche delicati dovendo far cappottare le auto in una location alquanto alternativa perché eravamo in mezzo ai silos dietro dell’oleificio, che per l’occasione sono stati colorati. Quelle saranno delle immagini particolari, una di quelle scene dove si vedrà la cifra del regista Puglielli, che è quella di esaltare anche con i colori le atmosfere delle location. I vicoli della città non li abbiamo invece toccati troppo, sono così talmente belli nella loro scenografia naturale che non abbiamo fatto altro che valorizzarli con la tipologia delle inquadrature, utilizzando i carrelli, quindi macchine in movimento. E l’effetto finale sarà sicuramente molto bello”.

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