Venerdì scioperano gli “invisibili” delle pulizie: anche dall’Umbria a Roma per dire che la “misura è colma”

PERUGIA – Venerdì 31 maggio sciopereranno per l’intera giornata le lavoratrici e i lavoratori dei servizi di pulizia. Sono gli “invisibili”, quelli che entrano nelle aziende o negli enti pubblici la mattina presto ed escono prima che operai e impiegati prendano il loro posto. Sono dipendenti di cooperative, ma anche società private, che applicano il contratto multiservizi, scaduto da 6 anni. Sono migliaia in Umbria (600mila in tutta Italia), per la stragrande maggioranza donne, con stipendi che difficilmente superano i 500 euro, sottoposti a continui cambi di appalto, con un peggioramento costante delle condizioni di lavoro.
Venerdì torneranno a incrociare le braccia, per chiedere il rinnovo del contratto nazionale e condizioni più dignitose. La mobilitazione è indetta da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltrasporti: “Parliamo di lavoratrici e lavoratori che permettono tutti i giorni di utilizzare ospedali, scuole, tribunali, uffici, banche, poste, caserme, ecc. perchè svolgendo servizi essenziali permettono la fruizione di tali attività. Ma li troviamo anche dentro le nostre principali aziende, dall’Ast alla Perugina, dalla Colussi alla Saci e via dicendo, in certi casi svolgendo mansioni che vanno ben oltre il semplice pulimento”.

Sono lavoratrici e lavoratori che subiscono pesanti ripercussioni sulla propria condizione lavorativa a ogni modifica di legge sugli appalti. Come sta accadendo con il decreto “sblocca cantieri”, che ripristina il massimo ribasso per l’aggiudicazione e allarga il ricorso al subappalto senza indicazione dei subappaltatori.

Inoltre, tutta la partita delle internalizzazioni degli appalti Consip (servizio di pulizia e vigilanza dentro le scuole) è ferma.
Lo sciopero di venerdì 31 maggio sarà accompagnato da una manifestazione a Roma in piazza Bocca della Verità (dalle ore 9.00). Dall’Umbria partirà una delegazione di lavoratrici e lavoratori insieme a Filcams, Fisascat e Uiltrasporti, perché, come recita lo slogan scelto per la mobilitazione, “la misura è colma”.