Gualdo Tadino, prevendite a gonfie vele per lo spettacolo “Le Baccanti”

GUALDO TADINO – Ad una settimana di distanza dallo straordinario spettacolo teatrale “Le Baccanti”, in programma giovedì 3 agosto alle ore 21 presso la Rocca Flea di Gualdo Tadino, prosegue a gonfie vele la prevendita per assistere all’evento con Manuela Kustermann

Lo spettacolo che fa parte del cartellone di eventi dell’Estate Gualdese è promosso dal Comune di Gualdo Tadino e dall’Assessorato alle Politiche culturali con la collaborazione del Polo Museale.

Prevendita biglietti: 075 9142445 / 075 916078 / info@roccaflea.com, Rocca Flea da martedì a domenica 10-13/15-19, Biglietto 20,00 euro.

Le Baccanti rappresentano una finestra sull’irrazionale, su un mondo antico di reale libertà espressiva, di possessione dionisiaca, una riflessione sul senso del divino nelle nostre vite e su ciò che, nella nostra quotidianità, viene rimosso. La parola antica è un grido proveniente da un altro tempo, un appello alla riflessione, al risveglio dei sensi, un’esortazione a guardarci dentro in altri modi. Nel frenetico vivere odierno noi affidiamo gli ultimi scampoli di irrazionalità e presenza fisica ai momenti dell’eros, della malattia, del sonno. Le Baccanti, invece, agiscono in stato di automatismo mentale, di sonno perenne, sono in qualche modo “agite” dal Dio, Dioniso opera attraverso di loro, attraverso i loro corpi e le loro voci, li trasforma e ne fa strumento di ebbrezza, sensualità, stordimento, morte, dolcezza infinita, ambiguità demoniaca. Il Dio in qualche modo si fa corpo e plasma le loro voci. La febbre del nostro tempo ci porta a vivere in una realtà anestetizzata, un mondo fittizio in cui l’emozione è bandita, al servizio di un intellettualismo sterile e desolante. I nostri occhi sono quotidianamente accecati da immagini provenienti dai media. La legge del mercato non perdona: si vendono cadaveri, posizioni sociali, incarichi pubblici, armi, sesso, infanzia, organi. Restiamo indifferenti. La dimensione borghese soffoca i nostri migliori istinti, la nostra sensibilità (che brutta parola oggi, considerata quasi scandalosa), la nostra sincerità e si porta via ogni forma di creatività, ogni volo. La nostra dimensione irrazionale viene completamente annientata. Il senso dell’affermazione dell’Io divora i nostri giorni. L’arte è svuotata della sua dimensione spirituale. I media, persuasori occulti, agiscono sui nostri cuori e sulle nostre menti addomesticando anche gli spiriti più ribelli, sigillando gli occhi più attenti. La dimensione spirituale è irrimediabilmente perduta.

Il senso del tragico è ormai sconosciuto. Il corpo viene cancellato. Siamo ormai definitivamente trasformati in consumatori e, nel medesimo istante, in prodotti, sconvolti da una guerra mediatica senza precedenti nella storia. Illusi della nostra unicità, della nostra peculiarità, in realtà pensiamo tutti nello stesso modo, pronunciamo le stesse parole, abbiamo tutti le stesse esigenze, le stesse speranze, le stesse ansie, la stessa quotidianità fabbricata in serie. Ci illudiamo di essere liberi.

Note di regia

Abbiamo deciso di creare uno spettacolo che indaghi nel profondo il mistero di Dioniso, assaporandone l’essenza più pura, abbandonandoci alla vertigine delle Baccanti di Euripide, lasciandoci ipnotizzare dal dio dell’ Irrazionale, dal dio del Mistero, dal dio del Teatro. La prima domanda: dov’è Dioniso oggi? Dove si cela? Da circa 25 anni continuo il lavoro sulla vocalità e sul suono nelle sue più diverse forme, in stretta collaborazione con il Dottor Marco Podda, medico foniatra e compositore.

Questo lavoro passa da tecniche foniatriche sofisticate, dall’analisi e riproduzione di canti etnici del mondo, dalle tecniche riabilitative e rieducative del linguaggio, dallo studio dell’espressione sonora nel periodo prenatale, nel parto e nei primi anni di vita, dall’analisi dei suoni prodotti nelle sedute di trance regressiva e nelle danze tribali, dall’indagine sugli effetti delle frequenze sonore sul cervello umano (Psicoacustica).

Nel Dionysus si è mirato ad un lavoro sul suono estremo, perturbante, utilizzando suoni privatissimi, poco utilizzati nel quotidiano ed altamente significanti, suoni di false corde, falsetti estremi, stimbrati, sgranati e vocalità ipercinetiche non usuali. Si tenta quindi di utilizzare il mezzo vocale in modo non convenzionale, non solamente al servizio del linguaggio (soprattutto nei cori). Ma attenzione però: penso ad una recitazione non stilistica, senza elementi esibiti o innaturali. Questo lavoro sul suono non è fine a stesso, non ha intenti dimostrativi, anzi è celato all’interno della struttura linguistica. Penso ad una recitazione senza tracce di elementi borghesi: le parole di Euripide sono radicate nel corpo e celate nella “macchina attoriale” più antica. Gli stati emotivi sono soprattutto stati vocali e fisici. Il coro, qui, agisce in stato di trance perenne, come i protagonisti di “Cuore di vetro” di Werner Herzogh. Le Baccanti non comunicano solo attraverso il linguaggio ed i suoi significanti, ma attraverso un lavoro teso alla ricerca di una vocalità antica e di una fortissima emotività. L’emotività: ecco il punto focale di questo lavoro. Dal mio punto di vista, è proprio la tanto vituperata emotività il veicolo che rende possibile ancora oggi la fruizione del tragico e della catarsi.

E’ profondamente necessario per un interprete della tragedia greca, lavorare al raggiungimento di temperature emotive elevatissime, compromettere la voce ed il corpo per raggiungere degli stati davvero perturbanti. Non troverete quindi in questo lavoro elementi spettacolari esibiti, soluzioni visive bizzarre o avanguardistiche tese a stupire l’uditorio.

Credo fermamente che l’elemento della “ricerca” teatrale contemporanea sia da celare all’interno di una struttura apparentemente lineare dello spettacolo, senza compiacimenti o citazioni visive e sonore del teatro di ricerca anni ’70 – ’80. Nel mio lavoro, seguendo l’esempio di molti artisti europei contemporanei, miro invece a ricostruire una possibile via ad un teatro di interpretazione, ad un teatro di attori/interpreti, che sappiano avvicinarsi con umiltà ad un testo, che lo possano decodificare e che possano indagare e ricostruire i meccanismi compositivi e di scrittura di quel testo, senza sovrapporre soluzioni gratuite od arbitrarie a buon mercato e soprattutto senza mettersi in competizione con l’autore.

Tutto ciò che vedrete dunque, parte dal testo e ritorna al testo, passando per una percezione visiva e sonora contemporanea. Non troverete sovrapposizioni intellettualistiche, esibizioni tecnologiche o meravigliose “idee del regista”. Abbiamo deciso di creare uno spettacolo complesso, perturbante ed emozionante partendo da Euripide e ritornando ad Euripide.

Spero saremo in grado di raggiungere i nostri obiettivi.

Daniele Salvo (regista)

Cast Spettacolo

con

Dioniso Daniele Salvo

Agave Manuela Kustermann

Cadmo Paolo Bessegato

Tiresia Paolo Lorimer

Penteo Diego Facciotti

Una guardia / Primo Messaggero Simone Ciampi

Secondo Messaggero Melania Giglio

Le Baccanti

Giulia Galiani, Melania Giglio, Giulia Diomede,

Francesca Mària, Silvia Pietta, Elena Aimone

scene Michele Ciacciofera

costumi Daniele Gelsi

musiche Marco Podda

maschere e trucchi Creafix Firenze

assistente alla regia Alessandro Gorgoni

regia Daniele Salvo

produzione Fahrenheit 451 Teatro

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