I PRIORI, LA CULTURA, IL SOCIALE

Nostradamus / Per un verso era inevitabile, per un altro ci lascia con qualche stupore il fatto che la nuova amministrazione comunale di Perugia si sia messa sulle piste della spesa per cultura e sociale per contribuire, con tagli cospicui in questa direzione, al risanamento delle casse comunali. Inevitabile perché ormai sembra che l’”apriti Sesamo” di ogni Comune sia diventata quella “spending review” in cui tutti si rifugiano qualche volta a ragione, più spesso in maniera indistinta e come abito esteriore. Stupore perché aspettavamo – e aspettiamo – che il centro destra perugino ci tenesse a porsi sulla scia di quell’antica tradizione borghese di Perugia che ha saputo costruire il Palazzo dei Priori. L’opera di costruzione di questo magnifico centro perugino, se vogliamo ascriverla a qualche antico ideale di intraprendenza borghese, non può spingere, oggi, a cattive scelte in termini di contenimento della spesa, ma deve servire come esempio per assunzione di iniziative fortemente promozionali della cultura e dei valori che si sono a mano a mano depositati sull’acropoli perugina. O crediamo che il Palazzo dei Priori sia stato calato accanto al Duomo per intervento soprannaturale? Quante difficoltà economiche si sono incontrate nel corso di quella lunga edificazione! Quanta impresa privata ha concorso a creare quel gioiello di architettura e di civiltà! Altro che contenimento della spesa su beni che ieri rappresentavano il potere di una classe in ascesa e, oggi, significano l’asse portante dell’impresa turistica di un’intera città e di un’intera regione! Non è, Perugia, agli ultimi metri della designazione della “Capitale” del 2019? Proprio adesso si farebbero mancare alla cultura le risorse necessarie a poter diventare capitale culturale d’Europa? Idee, ci vogliono, idee, che costano poco, quasi niente, e fruttano molto, se sono bene indirizzate.

E poi, Priori cari, cercate di fare lo stesso ragionamento anche per quella compagine sociale che, poco fortunata, vive una vita non facile nei confini comunali, fino alle sue periferie. C'è un'umanità, a Perugia, che, come ai tempi dei vostri predecessori che hanno eretto il Palazzo dei Priori, si dibatte in mezzo a mille difficoltà. La cultura giuridica di tanti secoli fa non ha fatto mancare il suo aiuto alle povertà di allora. Come si può pensare che quel Comune che deve rendere attraente e invitante quel centro storico del quale ne va la sua stessa esistenza politica e amministrativa sia così strabico da non vedere, contemporaneamente, che è dalla povertà strisciante che nasce il degrado e l'invivibilità della città nel suo complesso. Anche qui, ci vogliono idee, scegliete voi, di solidarietà, di stimolo alle forze produttive, di collaborazione fra pubblico e privato, di forti azioni di volontariato insieme con la Chiesa perugina, che tanto fa. Insomma, lasciamo i colpi di forbice ai mastri sartori (bravissimi, peraltro, nel tagliare con oculatezza grandi stoffe per fare abiti su misura) e scegliamoci una qualche arte, ancorché notarile, purché animata dal desiderio di mantenere e accrescere un patrimonio culturale e sociale di prim'ordine.

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