LEVANTE. Considerazioni del mattino / CHI VOLETE CHE LASCI LIBERO…?

di Maurizio Terzetti

Come non poter dire che la Turchia è una grande democrazia? Scioccante ma è così, se si pensa a quella misura, stranissima e molto ostentata da parte di Ankara, con cui le patrie galere di Erdogan verranno svuotate di 38 mila detenuti per fare posto a 35 mila cittadini turchi finiti nelle retate seguite al tentativo di golpe di un mese fa.
Continuo con lo choc e il paradosso: dove si è visto mai un Paese occidentale e pienamente democratico adottare un provvedimento altrettanto “garantista” verso quei “traditori” e quegli “infedeli” che Erdogan ha fatto cadere nella trappola colossale del “suo” colpo di Stato?
Lasciando sullo sfondo tutte le intricatissime considerazioni geopolitiche legate al ruolo della Turchia in questo particolare momento degli equilibri mondiali, qui Erdogna ha deciso, a mio parere, di giocare una carta rischiosa, ma che dovrebbe permettergli di rilanciare il discorso sul suo Paese a un mese dal golpe e a non si sa quanto tempo dalla possibile attivazione della pena di morte.
Erdogan sa benissimo di quale fama godano le sue galere, per cui se ha scelto di gettare in faccia al mondo l’immagine “rassicurante” di una “custodia” in carcere dei suoi nemici presi sul fatto è perché così prova a far dileguare il dubbio che i suoi oppositori, come in ogni vero golpe, spariscano nei buchi neri di chissà quale organizzazione parallela e nascosta dello Stato titolare del diritto anche di punire. Sempre meglio – sembra voler dire – un carcere turco che il sospetto di migliaia di desparecidos e alla fine, rispetto al numero impressionante degli oppositori ai quali si “garantisce” una cella con tortura, l’eventuale ricorso alla pena di morte non sarà di massa ma barbaramente esemplare, sembra far temere Ankara.
Insomma, consapevole che il vero golpe in Turchia non è quello del mese scorso, ma quello attualmente gestito col consenso popolare tributato su ogni piazza al partito di Erdogan, penso che i provvedimenti sulle detenzioni che sta prendendo Ankara siano nella sostanza una palese minaccia a ogni tipo di diritto riconosciuto ai prigionieri e nella forma, invece, un tentativo di farci vedere rivestiti e in piedi tutti quei cittadini e militari turchi esposti alla gogna mondiale della nudità incatenata e inginocchiata, umiliata e insultata, l’indomani del primo tempo del golpe di Erdogan, un mese fa. Ebbene, il Sultano manda avvertimenti, tiene tutti sulla corda rispetto all’arma terribile di cui dispone – la riattivazione della pena di morte – e intanto gioca tragicamente sulla pelle della delinquenza turca, liberando malfattori comuni in cambio di nemici politici di fronte al popolo dei suoi seguaci: “Chi volete che lasci libero…?” Solo che Barabba non era un delinquente comune e Gesù non era un golpista.

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