Foligno, vescovo Sigismondi nominato assistente generale Azione Cattolica: scelto da Papa Francesco
FOLIGNO – Papa Francesco ha nominato il vescovo di Foligno, mons. Gualtiero Sigismondi, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana. La notizia è stata resa nota il 4 marzo, il presule manterrà anche la sede vescovile folignate assumendo un incarico di grande rilievo nazionale come guida del popolo dell’Azione Cattolica, che nei settori Adulti e Giovani e nel servizio dell’ACR conta oltre 300mila aderenti ed è la più estesa ed antica associazione laicale italiana, giunta ormai alle soglie del 150° anno di età.
Monsignor Sigismondi ha espresso “profonda trepidazione e serena fiducia” per il nuovo incarico, accolto con grande gioia dalla Diocesi di Foligno. “Appresa la notizia della nomina per il prossimo triennio – ha fatto sapere il vicario generale don Giovanni Nizzi – cogliamo in essa la stima e la fiducia del Santo Padre verso il nostro Vescovo, la sua generosa disponibilità in questo ampliamento del suo ministero episcopale e la continuità della sede episcopale in Foligno. La Diocesi, il clero, le comunità religiose, le parrocchie, il laicato, nel rinnovare i sentimenti di gratitudine e di affetto al Vescovo Gualtiero, assicurano un più profondo impegno ecclesiale e il sostegno della preghiera”.
Anche l’assessore regionale alla Coesione sociale e al Welfare, Luca Barberini, ha inviato i propri auguri a monisgnor Sigismondi, attraverso un post sul suo profilo Facebook: “Congratulazioni e buon lavoro al vescovo di Foligno per il nuovo importante incarico nazionale alla guida dell’Azione Cattolica Italiana. Una nomina che è motivo di orgoglio e soddisfazione per l’Umbria intera. Un mandato prestigioso e di responsabilità, che monsignor Sigismondi merita pienamente per le sue grandi qualità umane ed ecclesiali, la sua capacità di ascolto, la sua attenzione ai giovani”.
Ecco il messaggio del vescovo Sigismondi e il saluto inviato al popolo dell’Azione cattolica
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela” (Gv 2,5): queste parole che la Madre di Gesù dice ai servitori, a Cana di Galilea, mi aiutano ad accogliere senz’indugio la chiamata del Signore, ricevuta mediante la mediazione della Chiesa, a servire l’Azione Cattolica Italiana come Assistente ecclesiastico generale. Nel ringraziare Papa Francesco che mi affida questa responsabilità, senza sciogliere il vincolo sponsale che mi lega alla Diocesi di Foligno, avverto un senso di profonda trepidazione, mitigata da una serena fiducia, poiché l’abbandono alla fedeltà di Dio è la fonte inesauribile della pace. In ogni strada c’è una corsia che conduce a Dio: questa consapevolezza mi spinge a chiedere sia alla Diocesi di Foligno sia all’Associazione di AC la disponibilità a “comprendere” che, se il cuore non potrò dividerlo, il tempo lo dovrò condividere.
Nel dispormi a vivere questa nuova esperienza, saluto tutti gli aderenti all’AC, a partire dal prof. Matteo Truffelli, insieme alla Presidenza e al Consiglio nazionale, a cui mi avvicino con gratitudine e rispetto profondi. Abbraccio, con affetto di predilezione, gli assistenti delle associazioni diocesane e parrocchiali, a cominciare dal Collegio degli assistenti nazionali in cui mi inserisco con entusiasmo sincero. Rivolgo il mio pensiero, commosso e grato, a S. E. mons. Mansueto Bianchi, di venerata memoria, chiedendogli di vegliare sulla “famiglia grande e bella” dell’AC e di benedirla con la formula utilizzata da Paolo, a Mileto, prima di congedarsi dagli anziani di Efeso: “Vi affido a Dio e alla parola della sua grazia” (At 20,32).
Per un misterioso accordo di circostanze e di eventi, intraprendo questo cammino alla vigilia della XVI Assemblea nazionale, all’inizio delle celebrazioni per il 150° anniversario di fondazione dell’Azione Cattolica Italiana che, sempre, ha trovato nella Chiesa la sua casa e ha cercato nel mondo la sua strada. La casa e la strada sembrano escludersi; in realtà, in questo particolare aspetto si scopre la vocazione dell’AC: un’Associazione impegnata a intrecciare in maniera così stretta, da essere inestricabile, il Vangelo e la vita; un’Associazione chiamata a “intercettare in ogni dimensione umana un’attesa che la speranza cristiana ha il compito di allargare”; un’Associazione che, per il suo radicamento popolare e con la sua passione educativa, favorisce la scoperta dello stile sinodale e promuove una partecipazione vigile alla vita civile.
Il Signore, che “tutto dispone con forza e dolcezza”, ha permesso che, di recente, l’Azione Cattolica Italiana piantasse una “tenda” proprio nella Diocesi di Foligno, a Spello, nel Convento di San Girolamo, in cui Carlo Carretto, cresciuto nelle file dell’AC, ha scritto una pagina inedita di vita ecclesiale. Porto nel cuore, come scorta per il nuovo viaggio, una sua confidenza – tratta da Il Dio che viene e ripresa in Ho cercato e ho trovato –, quasi una confessio fidei: “Quanto mi sei contestabile, Chiesa, eppure quanto ti amo! Quanto mi hai fatto soffrire, eppure quanto a te devo! Vorrei vederti distrutta, eppure ho bisogno della tua presenza. Mi hai dato tanti scandali, eppure mi hai fatto capire la santità. Nulla ho visto nel mondo di più oscurantista, più compromesso, più falso e nulla ho toccato di più puro, di più generoso, di più bello. Quante volte ho avuto la voglia di sbatterti in faccia la porta della mia anima e quante volte ho pregato di poter morire fra le tue braccia sicure! No, non posso liberarmi di te, perché sono te, pur non essendo completamente te. E poi, dove andrei? A costruirne un’altra? Ma non potrò costruirla se non con gli stessi difetti, perché sono i miei che porto dentro. E se la costruirò, sarà la mia Chiesa, non più quella di Cristo”.
Consapevole che la passione per Cristo sarebbe un vago affetto se non si esprimesse nell’amare la Chiesa – “mistero e prova di fede” – in modo incondizionato e insieme appassionato, mi accingo a mettermi in cammino seguendo questo orientamento: la cura della vita interiore è il “campo-base” che educa sia ad avere “memoria del futuro”, sia a “stare con l’orecchio nel cuore di Dio e con la mano nel polso del tempo”.