L’ Ospedale da campo della Regione resta senza anestesisti e rianimatori

Dopo le traversie dei mesi scorsi  continuano le manovre per poter dare un verso all’Ospedale da campo della Regione, finanziato con i soldi della Banca d’Italia. Quello che doveva essere un vero e proprio fiore all’occhiello della presidente Tesei si sta rivelando  – polemiche a parte – un travaglio pieno di tribolazioni. Una lunga vicenda che sta incontrando anche ora numerosissime difficoltà. La novità delle ultime ore arriva dall’Azienda Ospedaliera diretta dal direttore generale Marcello Giannico. Soltanto sette medici su dodici posti disponibili hanno presentato la domanda per essere assunti a tempo determinato. Sono anestesisti e rianimatori, figure essenziali per iniziare le attività previste. Senza di loro non sarà possibile ospitare alcun malato Covid, per la stessa sicurezza dei pazienti. Tanto è vero che il direttore generale del Santa Maria della Misericordia di Perugia ha deciso di riaprire i termini del bando che prevede le assunzioni per altri dieci giorni. Quali sono le ragioni che spiegano l’arrivo di così poche domande ? In Italia ne mancano quasi 4 mila per coprire il fabbisogno ordinario, tra l’altro fare l’anestesista  è una scelta impegnativa, tra le peggiori sotto il profilo della qualità della vita, con turni massacranti e sotto il profilo economico tra le meno gratificanti. Infatti l’anestesista è prevalentemente ospedaliero, non esercita in studi privati. E questo, quando un giovane deve scegliere la sua specialità , è condizionante. Tutte cose che l’assessorato alla sanità della Regione dell’Umbria dovrebbe sapere, anche per questo in molti avevano consigliato alla presidente Tesei di non disperdere ulteriormente figure professionali in strutture provvisorie e poco utili ad affrontare l’emergenza in corso.  Poi c’è una seconda ragione: la giunta regionale ha deciso di fare assunzioni a tempo determinato di un anno. E’ chiaro che una proposta di lavoro per un solo anno non è appetibile per un giovane anestesista, trovando  oggi richieste molto più interessanti in altre parti del Paese e , spesso, ben più pagate nel mondo della sanità privata.  Per questo resta incomprensibile non aver fatto un bando per assunzioni a tempo indeterminato, sicuramente molto più attraente per chi deve scegliere la sede di lavoro della sua vita. Il tempo determinato crea precarietà e allontana il  professionista, soprattutto quando in quel profilo sono pochi e molto richiesti. Così l’Ospedale da campo è fermo, quasi pronto ma senza personale. Una vicenda paradossale che continua a creare incomprensioni.