LA SUGGESTIONE DEL CENTRO

di Pierluigi Castellani

Torna la suggestione del centro. Ora, che non ci sono più grandi partiti capaci di attrarre elettori anche dalla zona centrale dello schieramento politico ed a recuperare voti nell’area dell’astensionismo, torna la voglia di dare vita ad un soggetto politico che possa interloquire con chi rifugge sia dalla destra che dalla sinistra. Chi più coltiva questa suggestione sono leader politici che vedono i consensi accreditati loro dai sondaggi non corrispondere alle loro ambizioni. Si dà anche per scontato che il bipolarismo sia oramai al tramonto e confidano anche in una legge elettorale proporzionale perché il maggioritario costringerebbe ad alleanze di comodo e non politiche dovendo per questo annacquare le proprie identità. Forse però troppo sbrigativamente viene data per scontata la fine dell’esperienza bipolare. Se stiamo infatti all’ ultima consultazione elettorale per le amministrative ancora si è riproposto lo schema centrodestra-centrosinistra. E’ pur vero che ambedue gli schieramenti ( centrodestra e centrosinistra) stanno perdendo la connotazione che prima avevano: il centrodestra appare sempre più egemonizzato dalle forze sovraniste nonostante Berlusconi si affanni a negarlo e nel centrosinistra l’interesse del PD per un’alleanza con il populismo dei 5Stelle sembra far perdere al partito di Letta l’interesse per la sua iniziale caratterizzazione di partito a vocazione maggioritaria, che lo rendeva una forza inclusiva di varie esperienze compresa quella liberaldemocratica e del cattolicesimo democratico. Ma basterà questa suggestione a tradurre nei fatti il progetto di un centro che torni ad essere il crocevia della politica italiana? In proposito molti dubbi persistono. Non solo perché molti sono stati nel passato i tentativi che si sono conclusi senza successo e certamente non è sufficiente neppure il richiamarsi all’esperienza di Macron in Francia per pensare  che anche in Italia si possa tradurre questa esperienza. Ora i problemi che incombono sono altri. C’è la destra sovranista che in Europa sta mettendo a rischio lo stesso progetto europeo, c’è il dramma delle devastazioni prodotte dal cambiamento climatico,  c’è il mutamento delle relazioni internazionali con l’ingresso prepotente  sulla scena del protagonismo della Cina. Tutte questioni queste che è difficile affrontare con la costruzione di un centro di cui non si conoscono ancora i valori e i contorni del progetto politico mentre non si affaccia sulla scena una leadership nuova e credibile e non già consumata dall’opinione pubblica come quelle che si propongono oggi sul mercato politico italiano.