L’ISUC E IL VALORE DELLA MEMORIA

E’ stata diffusa una raccolta di firme per sottoscrivere una petizione alla Regione perché venga scongiurata la chiusura delle attività dell’ Istituto per la Storia dell’Umbria Contemporanea (ISUC), promossa da docenti universitari, associazioni e forze politiche dell’area di centro sinistra. Questa raccolta di firme è motivata dal fatto che la Regione non ha ancora rinnovato i contratti per i cinque collaboratori dell’Istituto, che fino ad ora hanno consentito la realizzazione delle varie attività: convegni, pubblicazioni, gestione della biblioteca e dell’archivio ricco di memorie sugli ultimi cinquanta anni di vita della Regione e degli anni immediatamente precedenti, che hanno gettato le fondamenta della creazione dell’istituzione regionale negli anni settanta. Insomma un ricco patrimonio, quello dell’Isuc, che non può rimanere dimenticato. Ne va della stessa identità regionale, che senza il suo retroterra culturale e la memoria di quanto nel passato ha reso viva la storia di donne ed uomini, di lotte e conquiste che l’hanno contraddistinta perderebbe quella vitalità di cui in questo tempo di crisi e di emergenza sanitaria c’è assolutamente bisogno. Sorge a questo punto una domanda alla presidenza dell’Assemblea legislativa regionale, da cui l’Isuc dipende, : si vuole disperdere questo patrimonio e lasciare che nel tempo la memoria e la storia della regione  venga lentamente rimossa? I firmatari della petizione si augurano che questo non avvenga e che non sia nelle intenzioni delle attuali forze politiche che governano la regione.