TERNI, COMUNALI, BOLLETTA CHIEDE LE PRIMARIE PD

Esce ufficialmente allo scoperto e si propone come candidato per le primarie per la scelta del candidato sindaco del Pd. Stefano Bolletta affida a una nota, inviata a tutti i membri dell’assemblea comunale del Partito democratico, la ragioni della sua decisione. Solo la scorsa settimana l’Assemblea aveva votato un documento nel quale Di Girolamo veniva indicato come candidato del Pd salva la consultazione degli iscritti sul programma e le primarie, di coalizione, indicate come eventualità. “Le primarie – scrive Bolletta anche in polemica con il gruppo dirigente – sono la regola sancita dall’articolo 19 dello statuto per la scelta delle candidature. Lo statuto, lo strumento che regola la nostra vita democratica, non cita le primarie come facoltà del gruppo dirigente, ma come la strada da seguire; al gruppo dirigente è affidato il compito di definire le modalità di svolgimento”. Bolletta spiega che “lo statuto prevede anche la possibilità di evitare le primarie, in particolari situazioni e con un voto dei tre quinti dei componenti (non dei presenti ) dell’assemblea comunale. Chiedere le primarie, quindi, non è un reato, significa solo chiedere che vengano rispettate le regole”. Entrando nel dettaglio del programma politico, Bolletta dice di volere “dare vita ad una nuova stagione di umanesimo civile, che riconsegni la città ai legittimi proprietari, che la tolga dalle mani di una nuova tecnocrazia imperante, di una politica debole, di una politica inadeguata perchè sempre più lontana dal sentire comune, di una politica spesso superficiale, incompetente e inconcludente”. Dopo aver specificato di non pensare “di essere il miglior candidato possibile, ho solo delle mie idee e le metto in campo sperando che siano condivise”, Bolletta dice di voler verificare, “prima di iniziare la raccolta di firme fra gli iscritti, se nel gruppo dirigente esiste un numero sufficiente di persone disponibili a sottoscrivere la mia candidatura (occorre il 35 % dei membri dell’assemblea comunale, altrimenti il 20 % degli iscritti)”.

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