Orvieto, assessore accosta Hitler a Draghi: il venir meno del senso delle istituzioni

Ci risiamo. Una uscita sprezzante e provocatoria per manifestare la propria disapprovazione nei confronti del governo sul green pass e le altre misure anti-Covid. Ha importunato addirittura il premier Mario Draghi, con un post pubblicato su Facebook dove ha postato una foto in cui Adolf Hitler si complimenta con Draghi, per accennare non tanto velatamente alla cosiddetta “dittatura sanitaria” a cui sarebbe arrivato il nostro Paese. Non è la prima volta che manifesta la sua contrarietà ma, in questa circostanza, è andata troppo oltre, tanto da provocare un vero e proprio scatto d’ira da parte del Sindaco e del suo partito. Protagonista dell’infelice uscita è stata l’assessore leghista del Comune di Orvieto Angela Maria Sartini che era stata scelta dal Sindaco Tardani per occuparsi addirittura di scuola, formazione, famiglia e giovani. Settori che richiedono dei bravi maestri essendo la buona educazione cruciale per la riuscita di una comunità. La Lega Umbria non ci ha pensato due volte e l’ha sospesa in quattro e quattr’otto ritenendo il post “inappropriato e di cattivo gusto”. Per i leghisti umbri è stato “travalicato il buon senso, ancora più grave tirare in ballo pagine di storia così dolorose”. La sindaca di Orvieto Roberta Tardani ha comunicato di aver revocato le deleghe all’assessore Sartini alla luce ” dell’intollerabile e inopportuno post pubblicato sul proprio profilo Facebook”. Purtroppo non è il primo e non sarà l’ultimo episodio di questo genere con politici inconsapevoli del loro ruolo di responsabilità collettiva. Quello della classe dirigente sta diventando un problema delicato, se si vuole salvaguardare la decenza e la dignità della politica. Oggi, purtroppo, è il tempo della mediocrità eletta a virtù, e i “migliori” scarseggiano. Luigi Sturzo, a cavallo degli anni 50 del secolo passato, osservava che sono troppi coloro che pensano che la politica sia un’arte che si esercita senza preparazione adeguata. Alla fine però il conto lo pagano i cittadini. Per rimediare basterebbe almeno insegnare ai nostri amministratori il senso delle istituzioni e della nostra storia.