Green pass nelle fabbriche dal 15 ottobre, dipendenti pubblici senza certificazione non potranno entrare nella sede di lavoro

C’è anche il via libera del presidente della Conferenza delle Regioni, il leghista Massimiliano Fedriga, alla proposta del premier Mario Draghi sul green pass obbligatorio per tutti i lavoratori. Con il passare delle ore è cresciuto il dissenso interno nella Lega con i primi governatori, e non solo, che prendono le distanze dalla posizione di Matteo Salvini. La governatrice dell’Umbria per ora tace, ma l’uscita di ieri l’altro del Ministro Giancarlo Giorgetti – che si è espresso a favore del green pass “per tutti i lavoratori” –  sta mettendo in fibrillazione una buona parte di leghisti. Nelle ultime ore – come abbiamo anticipato ieri – si sta registrando una vera e propria accelerazione con l’accordo già fatto. Resta solo un nodo da sciogliere: sdoppiare il provvedimento partendo da subito dalla pubblica amministrazione  per poi procedere la prossima settimana con le aziende private, oppure far scattare subito la certificazione verde per tutti. L’obiettivo è sempre lo stesso, mitigare al massimo la catena di diffusione del virus ed evitare di saturare gli ospedali e le terapie intensive. In questo modo i medici possono tornare ad occuparsi delle tante altre emergenze sanitarie passate in secondo piano nell’ultimo anno e mezzo. Restano da sciogliere ancora alcuni nodi legati ad alcune categorie – come gli studi professionali – ma la scelta è fatta. A metà ottobre per entrare negli uffici e nelle fabbriche, sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza o per guidare autobus e taxi, bisognerà essere vaccinati almeno con la prima dose da 14 giorni oppure avere un tampone negativo effettuato nelle 48 ore precedenti. Il nuovo decreto prevederà che i lavoratori di tutti gli uffici pubblici non potranno entrare nella sede di lavoro senza certificazione. I titolari e i dipendenti dei locali dove è già richiesto il green pass ai clienti, dovranno munirsi della certificazione. La lista comprende bar e ristoranti per la consumazione al tavolo chiuso, palestre, piscine, teatri e musei. Pesanti le sanzioni previste:  oltre alle multe da 400 a 1000 euro chi non rispetta l’obbligo rischia la sospensione dall’incarico e dallo stipendio.