Novecento studenti umbri alla scoperta del cavallo e dell’equitazione

Perugia – Sono stati oltre novecento gli studenti umbri coinvolti nel progetto pilota ‘Voce del verbo equimparare’ promosso dalla Federazione italiana sport equestri e rivolto, appunto, ai bambini e ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie di secondo grado di Umbria, Marche, Lazio e Lombardia. Un numero, questo dell’Umbria, ben maggiore di quelli registrati dalle altre regioni che vi hanno preso parte. “Una grande soddisfazione per noi organizzatori – ha commentato la referente regionale del progetto Antonella Piccotti – ma anche per gli insegnanti e i dirigenti scolastici che vi hanno aderito consapevoli dell’enorme valenza educativa che poteva avere l’iniziativa. L’obiettivo principale era quello di avvicinare i bambini e i ragazzi, molti dei quali con disabilità, al cavallo e al suo mondo, e la modalità con cui abbiamo cercato di raggiungerlo è stata estremamente innovativo, portando direttamente cavalli e pony nelle scuole e poi svolgendo le attività in aree verdi o piazzali adiacenti agli istituti, in sicurezza e una classe alla volta”.

Complessivamente, interessate al progetto sono state quarantasette classi di sei istituti scolastici della regione: il ‘Bonfigli’ di Corciano con le sedi di Mantignana e San Mariano, il ‘Della Genga-Alighieri’ di Spoleto, l’Istituto comprensivo di Attigliano Guardea con la sede di Lugnano in Teverina, il ‘Bufalini’ di San Giustino con le sedi di Selci, Lama e Cospaia, il ‘Marconi’ di Terni e la scuola secondaria di primo grado ‘Da Vinci e Nucula’ di Terni.

Sette, invece, i centri ippici che hanno collaborato: Asd San Biagio Le Masse, Asd Scuderia Valmarino, Asd Spoleto country club, Asd Igor Gius, Tiber equestrian club, Asd Un cavallo per amico e Club ippico Floretta.

“Per ogni tappa – ha spiegato Piccotti –, grazie al materiale didattico a loro fornito, i ragazzi hanno potuto conoscere il cavallo dal punto di vista ‘teorico’ e quindi ‘pratico’, magari cavalcandolo per la prima volta. Una novità che abbiamo introdotto è stato il cosiddetto percorso sensoriale, grazie al quale gli alunni hanno lavorato bendati, stimolando così tutti gli altri organi di senso, cosa a cui i ragazzi sono oggi poco abituati”.