Perugia, Bori indagato: “Ne vado fiero”

PERUGIA – Un avviso di garanzia ha raggiunto l’ex consigliere comunale di Perugia Tommaso Bori. A darne notizia è lui stesso in un post su Facebook. “Non tutti gli indagati sono uguali: in un periodo in cui in Umbria, per ovvi motivi, se ne parla molto vorrei dire che anche io sono indagato. E ne posso andare fiero.Non sono impazzito, a rendermi orgoglioso è il motivo per cui ho dovuto, nell’ordine, prendere un avvocato, sostenere un interrogatorio e finire sotto indagine. Per me ne è valso la pena e lo rifarei altre mille volte senza pentirmene”.

“Mi spiego: durante il mandato in Consiglio Comunale ho scoperto non solo che Forza Nuova e Casa Pound riempivano la nostra città con affissioni abusive in cui propagandavano messaggi d’odio (costringendo tutti noi a spendere soldi per ripulire) ma avevano anche accumulato una notevole quantità di multe non pagate. Così, con alcuni colleghi, abbiamo presentato un’interrogazione sul tema e il Sindaco aveva risposto che erano presenti 37 multe nessuna delle quali pagate. I verbali sono stati elevati dalla polizia municipale a carico di Forza Nuova e Casa Pound, rei di aver affisso manifesti e altro materiale al di fuori degli spazi appositi. Inoltre per quei casi nei quali erano emerse potenziali violazioni al codice penale, si era altresì provveduto a effettuare segnalazioni all’autorità giudiziaria per le valutazioni di sua competenza. Mi sembrava paradossale che chi propugnava a gran voce il rispetto della legge e dell’ordine fosse il primo a violare le elementari norme di convivenza civile e, in più, a non pagare nemmeno le sanzioni elevate a norma di legge”.

“E qui avviene il cortocircuito: un esponente della destra estremista ci ha denunciato per quanto avevamo sollevato. Paradossale, ma vero. Segno dei tempi che corrono. Questa situazione mi ha fatto molto riflettere. Perché l’intimidazione non passa soltanto per la violenza fisica, ma anche dall’impedire a chi ha idee diverse di poter esercitare il proprio ruolo oppure dal censurare le informazioni scomode tramite la minaccia di denunce e querele che, comportando notevoli spese legali a chi ha soltanto svolto il proprio ruolo, scoraggiano l’attività di denuncia politica. Scopriranno che con me questi metodi non funzionano. P.S. Non mi sono mica dimenticato del nostro Senatore di Fratelli d’Italia eletto in Umbria, Franco Zaffini, e dei suoi reiterati attacchi nei miei confronti carichi di odio, ci occuperemo anche di lui a breve. E lo faremo insieme”.