Perugia, rimproverato dal padre perché anziché studiare passa troppo tempo ai videogiochi chiama la polizia

Rimproverato dal padre perché, anziché studiare passava il tempo con videogiochi, un ragazzo ha chiamato la polizia dicendo di avere avuto un acceso diverbio con lui. Il personale di un Commissariato della provincia di Perugia non ha però rilevato situazioni particolari invitando il ragazzo a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine solo in caso di effettivo bisogno. La stesso ragazzo ha riferito inizialmente agli agenti che il genitore lo aveva colpito ad una mano, ammettendo poi però di avere mentito. Il padre ha invece spiegato ai poliziotti di avere richiamato più volte il figlio perché passava troppo tempo a giocare ai videogiochi, trascurando lo studio. Vedendosi costretto anche a disattivare la wi-fi nelle ore serali che però il figlio era riuscito a far comunque funzionare. Una storia che ricorda ancora una volta il difficile ruolo del genitore soprattutto nel vedere i propri figli impegnati nell’utilizzo sfrenato dei videogame.  Più di uno studio conferma, infatti, che la ricerca morbosa del gioco potrebbe avere conseguenze negative negli impegni scolastici o nelle tensioni familiari. C’è però anche chi sostiene che i nuovi videogiochi con la modalità online rispondono al bisogno di socializzare dei ragazzi. Generalmente la chiave per una buona gestione risiede nella capacità di trovare l’accordo tra figli e genitori.  Spesso non è facile cambiare abitudini non corrette ma ci vuole tempo e pazienza per modificarle. Un genitore deve comunque affrontare e contenere la rabbia dei figli, facendogli capire i rischi di un abuso dai videogiochi e aiutarli sempre a mantenere il contatto con la realtà. Cogliere ogni tipo di segnale, mantenere un dialogo sempre aperto e comprendere ciò che i ragazzi stanno vivendo è fondamentale per sostenerli e aiutarli. Oggi fare il genitore è il mestiere più difficile ma staccare la spina o la connessione ad Internet non è sicuramente la soluzione giusta.