Polveriera Pd, è guerra sul futuro dell’Assemblea, ma lo scioglimento ancora non c’è

PERUGIA – La contromossa di Verini lascia tanti mal di pancia e stupore e il Pd regionale rischia di presentarsi con i cumuli di macerie ancora fumanti all’evento di lunedì 15, quando Verini ha convocato una sorta di “stati generali del partito”. Annunciata la presenza di “segretari Pd delle città, sindaci, parlamentari e amministratori regionali, membri di organismi nazionali Pd e di personalità democratiche”. Frase sibillina che non aiuta di certo a chiarire un dubbio: chi sono le personalità? E chi è più personalità dell’altro?

Ecco dunque che la maggioranza dell’Assemblea regionale mette i puntini sulle i: “Verini continua a far finta di non capire. Se il segretario nazionale vuole commissariare l’assemblea regionale, rientra solo nei suoi poteri farlo, laddove ne ravvisi gli estremi. Le lettere non contano nulla e Verini lo sa bene. Serve un provvedimento che ad oggi non c’è stato e che valuteremo nel caso ci sarà”.

“Quanto all’annunciata riunione di lunedì, Verini convochi chi crede ma spetta al segretario nazionale decidere sull’assemblea e a tutti noi valutare le eventuali scelte. E’ la segreteria nazionale che deve individuare le strade migliori per garantire una gestione plurale e incisiva. Fattore che non si è riscontrato e che anzi, sembra essere contraddetto nel concreto. Siamo in presenza infatti della convocazione di una riunione, quella di lunedì, dove il commissario Verini sembra essersi arrogato il diritto di decidere il gruppo dirigente, chi ne fa parte e chi ne è escluso. Quel Verini che ha perso il congresso e che è stato nominato in virtù dell’essere presidente dell’assemblea regionale. La soluzione a questa intricata vicenda poteva essere la convocazione dell’assemblea, un gesto di correttezza e trasparenza. Rifiutare la discussione in un organismo legittimato dagli elettori la dice lunga sulla considerazione che si ha dei cittadini”.