Ast, il consiglio regionale: “Il Governo verifichi piano industriale di Tk e volumi produttivi”

“Il Governo nazionale, in un confronto diretto con la multinazionale, verifichi e acquisisca la reale volontà di Thyssen-Krupp di considerare l’Ast sito strategico delle sue produzioni e a tal fine si impegni a sostenere tale volontà con la predisposizione di un piano industriale che preveda il potenziamento delle lavorazioni a freddo, salvaguardi la capacità produttiva e i volumi produttivi almeno in linea con quelli verificati negli ultimi tre anni”. Questi i punti centrali della risoluzione sulla vicenda Thyssen-Krupp Ast di Terni, proposta e firmata da tutti i gruppi politici, approvata stamani all’unanimità dall’Assemblea legislativa dell’Umbria.

Il testo chiede inoltre “al Governo di riattivare il tavolo di confronto nazionale con le istituzioni, l’azienda e le organizzazioni sindacali che definisca un accordo tra le parti finalizzato a utilizzare a tutela dei lavoratori tutti gli strumenti, anche di solidarietà, degli ammortizzatori sociali a disposizione al fine di scongiurare costi sociali insostenibili per i lavoratori stessi e per la comunità regionale”. Prevista infine l’adesione ufficiale dell’Assemblea legislativa dell’Umbria allo sciopero generale della provincia di Terni proclamato dai sindacati per venerdì 17 ottobre.

Il documento è scaturito da un confronto in aula avviato dalle comunicazioni della presidente Marini. Presente ai lavori anche il segretario della Cgil, Mario Bravi. La presidente della regione ha sferrato subito un attacco alla commissione europea a cui ha attribuito una grossa responsabilità della situazione attuale ma che è chiamata ancora a esercitare un ruolo importante in questa vertenza. “La Commissione europea, con Barroso e Almunia, si è preoccupata di valutare soltanto l’aspetto del mercato, senza approfondire la questione produttiva”, ha detto la presidente che non ha risparmiato critiche neanche all’attuale amministratore delegato di Ast, Lucia Morselli. “L’attuale amministratore delegato non è – ha fatto notare Marini – un “acciaiere”, non si preoccupa di fare scelte di politica industriale per la fabbrica ternana. Questo rispecchia certamente le scelte di Thyssenkrupp per il sito di Terni”.

La presidente umbra ha sollecitato un intervento più incisivo anche da parte del Governo sottolineando che, “un ruolo centrale in questa vicenda lo deve giocare chi rappresenta il nostro paese, dalla presidenza del consiglio ai ministeri come sviluppo economico e lavoro. Solo questo livello può esercitare una funzione non solo da arbitro tra azienda e sindacati ma di protagonista centrale, con Regione e Comune, rispetto a Tk. Non si può accettare minimamente il percorso che l’azienda intende intraprendere adesso, a livello locale e regionale dopo l’avvio delle procedure di mobilità, quasi facendo intendere di sostituire in questo una vertenza nazionale. Il confronto deve essere tra Governo e Thyssenkrupp”.

La Marini è tornata quindi sulla questione della proprietà. “Più volte Thyssenkrupp ha ribadito che l’acciaio non è più centrale per la sua strategia economica in Europa – ha ricordato la Marini – Il Governo deve capire se per l’Ast di Terni ci sarà un’accelerazione del passaggio proprietario, con la presenza di altre multinazionali, favorendo il percorso di interlocuzione con un assetto proprietario più interessato al settore in questione, con investimenti e ricerca”.

Secondo la presidente, “va ricostruito l’obiettivo centrale, a partire dal piano industriale: su questo il Governo deve sfidare Tk, a partire dall’esigenza di nuovi investimenti e dalla certezza sui volumi di produzione di accaio sia del prodotto a caldo sia di quello a freddo. Il nodo del protagonismo del Governo e delle istituzioni è quello del piano industriale: solo qui si può sfidare Thyssenkrupp sull’assetto proprietario. Altrimenti, a partire dal Governo, va favorito un nuovo assetto proprietario”.

Nel frattempo, in questa fase di transizione, “Occorre che il Governo metta in campo tutti gli strumenti adoperati anche per altre grandi vertenze industriali, dai costi dell’energia al costo del lavoro. Sugli esuberi non c’è solo il taglio di 550 lavoratori, c’è anche un’altra strada: usare tutti gli strumenti che ci sono a livello nazionale, come ad esempio i contratti di solidarietà“.

Infine la Marini ha ribadito che “non si può accettare minimamente il percorso che l’azienda intende intraprendere dopo l’avvio delle procedure di mobilità, quasi facendo intendere di sostituire ad una vertenza nazionale un confronto soltanto a livello locale”.

Intervento della Marini, il video

 

Un pensiero riguardo “Ast, il consiglio regionale: “Il Governo verifichi piano industriale di Tk e volumi produttivi”

  • Ott 14, 2014 in 19:00
    Permalink

    RENZI CON TUTTO IL SUO STAFF,POLETTI,ECC.. DEVE RECARSI IN GERMANIA,PARLARE CON LA MERKEL ALLA PRESENZA DEI PADRONI DELLA THYSSEN,CHIEDERE SE SONO ANCORA INTERESSATI ALL’AST,ALTRIMENTI DARSI 2-3 MESI PER CERCARE UN NUOVO ACQUIRENTE.
    E INUTILE CHE STIAMO A GIRARE INTORNO E PERDERE TEMPO.

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