Banca d’Italia, la crescita in Umbria c’è ma rallenta

PERUGIA – Dopo il “forte recupero” del 2015 (+1,9 per cento), lo scorso anno l’attività economica in Umbria ha continuato a crescere seppure a un ritmo meno sostenuto (+0,6 secondo le prime stime disponibili). Un quadro che emerge dal rapporto della Banca d’Italia sull’economia regionale.
Secondo l’istituto di credito centrale, l’andamento è stato frenato dal rallentamento delle esportazioni. La domanda interna si è invece rafforzata grazie all’espansione di consumi e investimenti.
Gli operatori – ha sottolineato Banca d’Italia – si attendono per il 2017 la prosecuzione della fase di crescita, “in un contesto ancora incerto”.

Riguardo alle imprese, la produzione di beni e servizi è aumentata per il secondo anno consecutivo.
Nel settore industriale – è emerso ancora dal rapporto – la crescita degli investimenti si è consolidata (+18,0 per cento). Dai dati della Baca d’Italia è poi emerso che nel 2016 i livelli occupazionali sono diminuiti (-1,5 per cento), ma il calo ha riguardato solo i lavoratori autonomi (-6,2 per cento).
Secondo lo studio le famiglie umbre all’inizio del 2016 valutavano la propria situazione economica “in miglioramento” e nel corso dell’anno è proseguita la fase di “moderata crescita” del reddito disponibile (+1,5 per cento), con riflessi positivi sui consumi.

Il rapporto si è soffermato poi sulla finanza pubblica, evidenziando che nel triennio 2013-2015 la spesa delle amministrazioni locali umbre è ulteriormente diminuita (-3,3 per cento l’anno).
Banca d’Italia si è poi soffermata anche sugli effetti economici del terremoto, ricordando che nei comuni coinvolti è risultato inagibile circa un terzo degli edifici. Il successivo drastico calo degli arrivi turistici – è emerso ancora dal rapporto -, ha inciso in maniera significativa sui volumi di attività delle strutture ricettive e del piccolo commercio: circa la metà delle aziende turistiche umbre ha registrato un calo del fatturato superiore al 40 per cento; la quota di quelle che ha chiuso l’esercizio in perdita (più di quattro su dieci) è raddoppiata.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.