Galleria Tescino, per il giudice del lavoro Ridolfi “è incollocabile al lavoro”

TERNI – Alessandro Ridolfi, 43 anni, ha vinto la prima battaglia. Per il giudice è incollocabile al lavoro. L’uomo che nel marzo del 2009 si è ammalato gravemente mentre stava eseguendo alcuni lavori all’interno della galleria Tescino, si è visto dare ragione del giudice del lavoro di Arezzo nella causa nella causa intentata nei confronti dell’Inail. L’istituto – a sua volta – è stato condannato a liquidare l’assegno di incollocabilità a partire dal 31 marzo 2014 “con arretrati ed interessi di legge dal dovuto al saldo”. L’Inail dovrà liquidare le spese legali e il costo della consulenza disposta dal tribunale.
La consulenza tecnica disposta dal tribunale dopo che l’Inail si era opposto alle richieste della difesa di Ridolfi, ha riconosciuto che “Il ricorrente vive in pratica chiuso in casa contro la sua volontà, è impossibilitato a svolgere attività lavorativa e ad avere una normale vita di relazione. In base al quadro descritto e supportato da copiosa documentazione medica, il consulente ha concluso per l’assoluta incollocabilità sul lavoro”. Il giudice quindi ha accolto la richiesta di Rifoldi con una sentenza di incollocabilità sul lavoro che è piuttosto rara.
Sul fronte penale il prossimo 24 marzo si aprirà a Terni il processo a carico dell’amministratore l’amministratore unico della Ternirieti Scarl (l’azienda per cui Ridolfi lavorava e che aveva l’appalto per la costruzione della Galleria Tescino), il direttore di cantiere e il responsabile del servizio prevenzione e sicurezza. Sono tutti accusati di lesioni colpose, così come stabilito dal gup, Simona Tordelli, che ha derubricato le lesioni volontarie contestate dal pubblico ministero Elisabetta Massini. Su questo procedimento, però, incombe l’ipotesi della prescrizione.

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